3.3.07

Dal Trentino del 3/3/2007: I Disobbedienti occupano anche palazzo Thun

TRENTO. Per due ore e mezza hanno occupato il poggiolo di palazzo Thun - incatenandosi - per dire no allo sgombero dell’ex Zuffo e per chiederDae un impegno concreto al sindaco. Dopo una lunga trattativa (che ha visto impegnati il presidente del consiglio Alberto Pattini, il segretario di Pacher, Lorenzo Andreatta e il sostituto procuratore Paolo Storari) i Disobbedienti sono scesi con una promessa: venerdì incontreranno il primo cittadino per un faccia a faccia sul futuro del centro sociale.

Il blitz è scattato alle 17. I Disoobedienti, armati di una lunga scala artigianale, sono sbucati in via Belenzani da vicolo Colico e hanno puntato direttamente su Palazzo Thun. Nemmeno il tempo di capire quello che stava succedendo e in cinque erano già saliti sul poggiolo in marmo sul quale si affaccia la sala consiliare. Uno striscione per far passare il messaggio «sgomberiamo le menzogne» e poi un megafono per dar voce alle loro ragioni.
«Ci opponiamo - ha spiegato Federico Zappini - all’abbattimento dell’ex Zuffo, c’è bisogno di un posto di confronto e «Bruno» fino ad ora lo è stato. Questo è il momento di fare chiarezza. Il 31 dicembre 2006 Pacher ci diceva di lasciare le nostre cose all’interno del centro sociale per rientrarci legalmente poche settimane dopo. A garantire quest’accordo c’era la sua parola. Il 1º marzo ha chiarito che la palazzina che ospita il Csa deve essere sgomberata e abbattuta. Vorrebbe ridurre un’esperienza di partecipazione culturale, politica e sociale ad un cumulo di macerie». Con un avvertimento.
«Siamo pronti ad opporci all’abbattimento dell’ex Zuffo anche sbarrando la strada alle ruspe». In poco tempo arrivano le forze dell’ordine: vigili urbani, polizia e carabinieri. Avvertito, arriva anche il presidente del consiglio Pattini che è il primo a salire sul poggiolo (passando dalla sala e non con la scala artigianale) e tentare una mediazione. Offre ai ragazzi che sia la conferenza dei capigruppo in agenda per lunedì ad occuparsi della vicenda ma la proposta viene rifiutata.
«E’ il sindaco che deve decidere - spiegano i Disobbedienti - e il consiglio ha già votato a favore dello sgombero». C’è la mediazione della polizia ma l’unico mediatore che viene richiesto a gran voce è il sindaco. Che si nega. Manda a dire di essere fuori città. Poi arriva Lorenzo Andreatta il suo segretario. Anche lui è sul poggiolo. Ascolta le parole dei 5 rappresentanti e poi si chiude in una stanza a telefonare. «Abbiamo chiesto - viene spiegato al centinaio di persone che sono in via Belenezani - una dichiarazione formale di Pacher che blocchi lo sgombero e la demolizione». La dichiarazione, però non arriva ma i Disobbedienti non si agitano. Sono decisi: fino a quando non avranno ottenuto qualcosa staranno lì, sul poggiolo. L’ultimo mediatore è il sostituto procuratore Paolo Storari, il magistrato che ha anche in mano il fascicolo sull’sgombero dell’ex Zuffo. Un’ora di confronto con tanto di decisione da parte dell’assemblea (una cinquantina di ragazzi del centro sociale) e alla fine l’occupazione finisce.
L’appuntamento è per venerdì, all’incontro con Pacher.

Mara Deimichei

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