Il percorso che da anni abbiamo intrapreso può portare questo titolo, a partire dalla prima occupazione dell'ex Zuffo nel 2002, passando per i tre anni della Tana fino alla fino alla palazzina Liberty.
Da questi luoghi – occupati o affittati, ma comunque autogestiti – abbiamo abitato spazi e libertà che non hanno né mura né porte ma che ugualmente hanno segnato la strada di un movimento trentino che alla Sloi come a Gocced'oro, come nel fitto delle contraddizioni che popolano piazza Dante, ha saputo confrontarsi con la città, cercando di immaginarla diversamente e soprattutto di trasformarla in una città migliore. Ci siamo accorti che vivere la città, per trasformarla, vuol dire abitare nelle sue vie e nelle sue piazze, abitare una casa comune.
Abbiamo abitato per quindici giorni l'ex Zuffo, riempiendolo di musica e cultura, gettando le basi per un laboratorio di idee che ha saputo resistere fino ad oggi, trasformandosi senza mai adattarsi alla realtà, maturando senza mai invecchiare.
Abbiamo vissuto la lunga esperienza della Tana, costruendo nel cuore di Trento un'alternativa fatta di resistenza e partecipazione, di critica e di progetto. Una lunga esperienza che conta centocinquanta concerti, ancor più assemblee, decine di presentazioni di libri, di proiezioni di film, rappresentazioni teatrali. Un luogo per la politica, per la socialità, per la cultura; un luogo degli studenti, dei precari, dei migranti: alla Tana si è discusso di tutto e della Tana ha discusso la città. Fuori da essa abbiamo portato la carica della politica, quella che per noi si fonde con gli affetti, con i desideri, con la vita stessa, lontana anni luce da quella della rappresentanza, che si è rivelata vuota di ideali e colma di autorità. Dentro la Tana abbiamo accolto le contraddizioni della città e raccolto gli spunti più creativi; ospitato i ribelli e i sognatori, i democratici e i delusi, poeti e musicisti; abbiamo aperto la porta a chiunque volesse darci una mano o chiederla a noi. L'abbiamo chiusa in faccia a razzisti, fascisti e opportunisti vari.
La palazzina Liberty l'abbiamo abitata d'inverno, sentendo lo stesso freddo dei tanti senza dimora che dormono le notti gelide della città. L'abbiamo occupata per poco: il comune ci convinse di lasciare, si impegnava sul suo onore che un nuovo spazio lo avrebbe trovato. Per noi e i nostri progetti, per i senzatetto e la loro dignità, per i migranti e i loro diritti. Il comune ha già dimenticato l'impegno, ma noi non dimenticheremo mai ciò che quest'esperienza ci ha insegnato: che l'onorabilità appartiene alle persone e non alle istituzioni, che la fiducia è un credito che si offre a uomini e donne e non a sindaco e assessora, che la lealtà non abita in via Belenzani e che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
Ora si cambia, altri spazi e altre libertà.
Lo spazio di via Roma 35 – via Carlo Giuliani – chiuderà per sempre. Traslochiamo portando con noi tutti quei tre anni di Tana, lasciando all'interno solo qualche scatolone che contiene gli inevitabili errori che si commettono durante un percorso. Porteremo l'entusiasmo e le idee e, dopo Gocced'oro, un pizzico di Utopia. Porteremo tutto in un luogo a noi caro, ma senza nostalgie.
All'ex Zuffo nasce oggi il Centro Sociale Autogestito “Bruno”.
Si chiamerà come JJ1, come l'orso bruno che dalla Slovenia è arrivato in Trentino, che ha varcato i confini italiani arrivando in Baviera, trovando lì la morte.
Dedichiamo questo spazio ad un orso che ha attirato su di sé l'attenzione di tutti: la simpatia dei bambini per la sua tenerezza, l'ammirazione degli adulti per la sua libertà e la stupidità delle istituzioni con il fuoco dei loro fucili. Bruno è la metafora del diritto di movimento, dell'insopprimibile desiderio di esplorare il mondo, è il simbolo delle migrazioni che non si possono fermare tracciando confini. L'orso che era scomparso dalle nostre montagne è comunque ritornato, con i suoi bisogni e la sua naturale voglia di libertà. Di nuovi spazi.
Gli occupanti del CSA “BRUNO”
una specie in via di riproduzione
Vedi la news di GlobalProject.info con audio e foto
Info: csabruno@gmail.com- 3289173733
Abbiamo abitato per quindici giorni l'ex Zuffo, riempiendolo di musica e cultura, gettando le basi per un laboratorio di idee che ha saputo resistere fino ad oggi, trasformandosi senza mai adattarsi alla realtà, maturando senza mai invecchiare.
Abbiamo vissuto la lunga esperienza della Tana, costruendo nel cuore di Trento un'alternativa fatta di resistenza e partecipazione, di critica e di progetto. Una lunga esperienza che conta centocinquanta concerti, ancor più assemblee, decine di presentazioni di libri, di proiezioni di film, rappresentazioni teatrali. Un luogo per la politica, per la socialità, per la cultura; un luogo degli studenti, dei precari, dei migranti: alla Tana si è discusso di tutto e della Tana ha discusso la città. Fuori da essa abbiamo portato la carica della politica, quella che per noi si fonde con gli affetti, con i desideri, con la vita stessa, lontana anni luce da quella della rappresentanza, che si è rivelata vuota di ideali e colma di autorità. Dentro la Tana abbiamo accolto le contraddizioni della città e raccolto gli spunti più creativi; ospitato i ribelli e i sognatori, i democratici e i delusi, poeti e musicisti; abbiamo aperto la porta a chiunque volesse darci una mano o chiederla a noi. L'abbiamo chiusa in faccia a razzisti, fascisti e opportunisti vari.
La palazzina Liberty l'abbiamo abitata d'inverno, sentendo lo stesso freddo dei tanti senza dimora che dormono le notti gelide della città. L'abbiamo occupata per poco: il comune ci convinse di lasciare, si impegnava sul suo onore che un nuovo spazio lo avrebbe trovato. Per noi e i nostri progetti, per i senzatetto e la loro dignità, per i migranti e i loro diritti. Il comune ha già dimenticato l'impegno, ma noi non dimenticheremo mai ciò che quest'esperienza ci ha insegnato: che l'onorabilità appartiene alle persone e non alle istituzioni, che la fiducia è un credito che si offre a uomini e donne e non a sindaco e assessora, che la lealtà non abita in via Belenzani e che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
Ora si cambia, altri spazi e altre libertà.
Lo spazio di via Roma 35 – via Carlo Giuliani – chiuderà per sempre. Traslochiamo portando con noi tutti quei tre anni di Tana, lasciando all'interno solo qualche scatolone che contiene gli inevitabili errori che si commettono durante un percorso. Porteremo l'entusiasmo e le idee e, dopo Gocced'oro, un pizzico di Utopia. Porteremo tutto in un luogo a noi caro, ma senza nostalgie.
All'ex Zuffo nasce oggi il Centro Sociale Autogestito “Bruno”.
Si chiamerà come JJ1, come l'orso bruno che dalla Slovenia è arrivato in Trentino, che ha varcato i confini italiani arrivando in Baviera, trovando lì la morte.
Dedichiamo questo spazio ad un orso che ha attirato su di sé l'attenzione di tutti: la simpatia dei bambini per la sua tenerezza, l'ammirazione degli adulti per la sua libertà e la stupidità delle istituzioni con il fuoco dei loro fucili. Bruno è la metafora del diritto di movimento, dell'insopprimibile desiderio di esplorare il mondo, è il simbolo delle migrazioni che non si possono fermare tracciando confini. L'orso che era scomparso dalle nostre montagne è comunque ritornato, con i suoi bisogni e la sua naturale voglia di libertà. Di nuovi spazi.
Gli occupanti del CSA “BRUNO”
una specie in via di riproduzione
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Info: csabruno@gmail.com- 3289173733
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