Vorrei interrompere il silenzio sull’occupazione della costruzione ex Zuffo, rotto solo dalla richiesta di sgombero forzato e di denunce, venute da forze politiche che hanno sempre brillato per le loro prese di posizione all’insegna dell’intolleranza e del razzismo. Mi pare che la questione si incardini sul contrasto fra legalità e libertà (intesa come possibilità, al singolo, ai gruppi, alla collettività, di esprimere tutte le proprie potenzialità). Questi giovani che per comodità chiamerò “no global” è noto che avevano un paio d’anni fa occupato l’edificio ex Zuffo da molti anni abbandonato e lo avevano lasciato dopo le assicurazioni del comune di trovare per loro uno spazio di attività, di confronto, di creatività. Le promesse non sono state mantenute dall’amministrazione pubblica e i giovani hanno lo scorso occupato la palazzina Liberty, nel cuore di Trento, anch’essa da anni tristemente abbandonata.
Nei giorni dell’occupazione l’ho visitata, ho dialogato con gli organizzatori dell’occupazione, mi sono reso conto dello spreco di ampi e preziosi spazi affacciati su Piazza Dante, destinati dal Comune all’iniziativa privata della ristorazione in altre parole non all’utilità pubblica ma privata (di ristoranti nella città non cene sono fin troppi?). Dopo lunghe e stringenti trattative i ragazzi hanno lasciato anche questo edificio, con la rinnovata promessa che si sarebbe trovata per loro una sede. Sono passati molti mesi ma non se ne è fatto niente. Così a mio avviso giustificatamene, questi giovani hanno rioccupato l’ex Zuffo, dichiarando che sono intenzionati a rimanerci.
Nella quasi quarantennale attività del Gruppo Neruda (nato agli inizi del fatidico 1968) più volte ci siamo trovati ad offrire il nostro appoggio ad iniziative che avevano “rotto la legalità” formale, dando i nostri spettacoli in fabbriche occupate, parchi occupati, ecc.
C’eravamo, ad esempio, negli anni’70, nel parco di S. Marco strappato dall’iniziativa popolare dopo oltre due anni di lotte; nel parco di Santa Chiara, “illegalmente” occupato dai comitati di quartiere e dal “popolo di sinistra”, sottratto alla speculazione. Queste lotte, questa “rottura della legalità” hanno regalato perpetuamente alla città due preziosi parchi urbani, li hanno regalati a tutti, anche a quelle forze di interesse che si fanno scudo della legalità, che denunciano “l’illegalità” salvo utilizzarne anche i loro frutti. È così che dichiaro, come presidente del gruppo “Neruda”, di essere dalla parte di questi ragazzi, della loro occupazione e delle loro più che legittime richieste (se nelle loro iniziative anche culturali vorranno utilizzare il Gruppo “Neruda”, ne saremo lieti).
Mi piacerebbe anche se su questa questione si aprisse un dibattito della città: personalmente sono convinto che la maggior parte dei cittadini sarebbe dalla parte delle richieste di questi giovani che hanno dimostrato (in un tempo d’inerzia colpevole, di volgarità e idiozia da “reality show” com’è il nostro) iniziativa, coraggio, creatività. In ogni caso le denunce, lo sgombero forzato sarebbero a mio avviso una macchia nera per la città.
Renzo Francescotti, Presidente Gruppo “Neruda”
Nei giorni dell’occupazione l’ho visitata, ho dialogato con gli organizzatori dell’occupazione, mi sono reso conto dello spreco di ampi e preziosi spazi affacciati su Piazza Dante, destinati dal Comune all’iniziativa privata della ristorazione in altre parole non all’utilità pubblica ma privata (di ristoranti nella città non cene sono fin troppi?). Dopo lunghe e stringenti trattative i ragazzi hanno lasciato anche questo edificio, con la rinnovata promessa che si sarebbe trovata per loro una sede. Sono passati molti mesi ma non se ne è fatto niente. Così a mio avviso giustificatamene, questi giovani hanno rioccupato l’ex Zuffo, dichiarando che sono intenzionati a rimanerci.
Nella quasi quarantennale attività del Gruppo Neruda (nato agli inizi del fatidico 1968) più volte ci siamo trovati ad offrire il nostro appoggio ad iniziative che avevano “rotto la legalità” formale, dando i nostri spettacoli in fabbriche occupate, parchi occupati, ecc.
C’eravamo, ad esempio, negli anni’70, nel parco di S. Marco strappato dall’iniziativa popolare dopo oltre due anni di lotte; nel parco di Santa Chiara, “illegalmente” occupato dai comitati di quartiere e dal “popolo di sinistra”, sottratto alla speculazione. Queste lotte, questa “rottura della legalità” hanno regalato perpetuamente alla città due preziosi parchi urbani, li hanno regalati a tutti, anche a quelle forze di interesse che si fanno scudo della legalità, che denunciano “l’illegalità” salvo utilizzarne anche i loro frutti. È così che dichiaro, come presidente del gruppo “Neruda”, di essere dalla parte di questi ragazzi, della loro occupazione e delle loro più che legittime richieste (se nelle loro iniziative anche culturali vorranno utilizzare il Gruppo “Neruda”, ne saremo lieti).
Mi piacerebbe anche se su questa questione si aprisse un dibattito della città: personalmente sono convinto che la maggior parte dei cittadini sarebbe dalla parte delle richieste di questi giovani che hanno dimostrato (in un tempo d’inerzia colpevole, di volgarità e idiozia da “reality show” com’è il nostro) iniziativa, coraggio, creatività. In ogni caso le denunce, lo sgombero forzato sarebbero a mio avviso una macchia nera per la città.
Renzo Francescotti, Presidente Gruppo “Neruda”
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