28.11.06

Trento - La guerra continua ad esserci. E il movimento pacifista?

Martedì 28 novembre 2006 - ore 20.30
presso il CSA Bruno, parcheggio ex Zuffo, uscita tang. e A22 Trento centro

In preparazione alla manifestazione del 2 dicembre a Vicenza contro le servitù militari e l’aeroporto Dal Molin parliamo della situazione del movimento pacifista, sia a livello nazionale che trentino.

Ne discutiamo con:

Vilma Mazza (Radio Sherwood - Ass. Ya Basta Padova)
Francesco Pavin (Assemblea cittadina contro la nuova base militare - Vicenza)

primo piano:
Il 2 dicembre tutti a Vicenza. No alla guerra! No alle servitù militari!
Partenza stazione FS di Trento ore 9.45

25.11.06

La guerra c’è, e i pacifisti trentini?

Nel pomeriggio di oggi una quarantina di militanti del CSOA Bruno ha simbolicamente chiuso l’entrata della sede del Forum per la Pace Trentino (un’emanazione del Consiglio provinciale) con uno striscione che riportava "la guerra c’è e i pacifisti?" per segnalare che negli ultimi mesi le assocazioni che lo compongono osservano un prudente silenzio sulla guerra e sul rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero forse per non alterare i già fragili equilibri all’interno del centro sinistra o forse perchè abbagliati dall’idea che un “governo amico” non può essere contestato.
L’iniziativa ha voluto anche riparlare alla città della guerra invitando tutte le persone, che non accettano di rimanere in silenzio di fronte all’orrore quotidiano, ad essere il 28 novembre alle 20.30 al Centro Sociale Bruno per una serata di discussione sulle prossime mobilitazioni contro la guerra e a partecipare il 2 dicembre a Vicenza alla manifestazione per dire NO all’aeroporto militare Dal Molin.

leggi il volantino: "La guerra continua ad esserci. E il movimento pacifista?"
galleria d’immagini
vedi l’appuntamento del 28 novembre al CSA Bruno

23.11.06

dal Trentino del 23.11.'06: «La Provincia non combatte il lavoro nero»

Nel primo incontro della serie organizzata da Aps Officina Sociale una prima analisi sul fenomeno del caporalato in Trentino
L’accusa di Rapanà: «Ma anche i sindacati sono in grave ritardo»
Svetlana Turella: «Legare il permesso di soggiorno alla durata del lavoro rende più debole lo straniero»

TRENTO. Il Trentino non sarà come la Puglia ma per Antonio Rapanà, dell’ufficio stranieri della Cgil, «qui non si è fatto abbastanza per gli immigrati». Di più. «La Provincia è in gravissimo ritardo sia sulle politiche di accoglienza che nel combattere il lavoro nero. Non ha progetti nonostante vengano spesi molti soldi». Ma il sindacalista non si chiama fuori. «Anche i sindacati hanno le loro responsabilità. Si è perso il controllo dell’organizzazione del lavoro nelle sue trasformazioni». La serata è di quelle inaugurali. Al centro sociale autogestito “Bruno” del piazzale ex Zuffo prende il via un ciclo di incontri su questioni scottanti: “I percorsi dell’orso”.

E si inizia, promosso da Aps Officina sociale, con la “mela marcia” sui recenti casi di caporalato in Trentino. Invitato, insieme a Rapanà e all’avvocato Svetlana Turella del foro di Rovereto, era Fabrizio Gatti dell’Espresso, autore di molte inchieste sugli immigrati e l’immigrazione. Ultima in ordine di tempo quella pubblicata a settembre sul settimanale: una settimana con i raccoglitori di pomodori in Puglia, tra caporali e padroni spietati. Il giornalista non è riuscito a partecipare ma radio Sherwood lo ha sentito e l’intervista ha preceduto gli interventi del sindacalista e dell’avvocato. «Insomma abbiamo scoperto che il caporalato c’è anche in Trentino» afferma. E continua: «E sì che pochi giorni dopo l’uscita del reportage alcuni vostri imprenditori avevano detto che lì da voi è tutto a posto». Gatti paragona l’Italia al Sudafrica dell’apartheid. «Come là per i neri, considerati stranieri, anche qui l’immigrato che perde il lavoro viene espulso. Ci vuole un movimento di pensiero per dire forte che il diritto di cittadinanza è il diritto ad esistere. Tutte le persone che vivono in Italia hanno diritto alla loro dignità. Per questo va fatto un intervento strutturale sulla legge Bossi-Fini». «Sono sconcertato - aggiunge Rapanà - per lo scalpore causato dai recenti casi di caporalato in Trentino. Non c’è proprio nulla di cui stupirsi perché lo si sapeva. Le violenze sono più diffuse di quanto si possa pensare. Qualche esempio? In un ristorante di Trento un vicecuoco voleva andarsene in ferie. Ok gli ha detto il ristoratore ma ti trovi un sostituto e te lo paghi. So poi di uno straniero che aveva delle bancarelle a Trento e Rovereto. Ha chiuso l’attività e fa il caporale, a 5000 euro a botta». «Legare il permesso di soggiorno alla durata del lavoro, come previsto dalla legge - ha affermato Svetlana Turella - rende lo straniero ancora più debole. Non è pensabile che si vada avanti così anche perché la discrezionalità delle questure sui rinnovi è assai ampia. Denunciare le proprie condizioni di sfruttamento, come sta avvenendo adesso a Rovereto dopo che sono scoppiati i casi di caporalato, può portare all’espulsione perché non c’è una legge che tuteli queste situazioni. In questo caso penso che si vada verso una concessione di “permessi di attesa all’occupazione”. Adesso c’è un disegno di legge governativo che però deve fare tutto il suo iter». «E’ necessario - conclude Rapanà - che i permessi di soggiorno abbiano una durata maggiore, che non siano legati al lavoro e che al centro ci sia la lotta al sommerso. Sinceramente, però, non sono ottimista».

20.11.06

I percosi dell'orso (tra migranti, guerra e precarietà)

C'è un orso ribelle, che detesta i confini e le gabbie perché ama la libertà.
E' Bruno, un orso metropolitano che si spinge fino "a valle" guidato dalla voglia di conoscere e trasformare l'ambiente che lo circonda.
Bruno insegue le tracce sporche dello sfruttamento e dell'ingiustizia, alla ricerca di luoghi che sappiano produrre nuove alternative di vita.
I percorsi di Bruno sono le orme di un movimento che dice no alle guerre e alle ingiustizie sociali, che è sempre vicino agli ultimi e agli invisibili, che denuncia le devastazioni ambientali, che libera cultura e conoscenze, che si interroga, discute e, soprattutto agisce, creando pratiche disobbedienti e conflittuali.
E' da queste basi che nascono i "percorsi dell'orso": parole che producono azioni, azioni che producono parole.

Lunedì 20 novembre 2006_ore 20.30 (a cura di Aps Officina Sociale)

Mela marcia
Sfruttamento dei lavoratori migranti nel lavoro stagionale di raccolta delle mele

Ne parliamo con:
- Aps Officina Sociale
- Antonio Rapanà (Ufficio stranieri Cgil del Trentino)
- Svetlana Turella (avvocatessa del Foro di Rovereto)
Introdurrà il dibattito una riflessione di Fabrizio Gatti, giornalista dell'Espresso, autore del reportage sulla raccolta dei pomodori in Puglia.

primo piano:
Immigrati sfruttati nella raccolta mele
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next:

Martedì 28 novembre 2006_ore 20.30
La guerra continua a esserci, e il movimento pacifista?
In preparazione alla manifestazione del 2 dicembre a Vicenza contro le servitù militari e contro la guerra

Ne parliamo con:
- Vilma Mazza (Associazione YaBasta - Padova)
- Francesco Pavin (Assemblea cittadina contro la nuova base militare - Vicenza)

primo piano:
Appello per una manifestazione nazionale contro le servitù militari e la guerra ---------------------------------------------------------------------------------------

Giovedì 7 dicembre 2006_ore 20.30

"Lavoro. Vecchio e nuovo sfruttamento"
ed. Punto rosso - Carta, 212 pagine
Presentazione del nuovo libro di Andrea Fumagalli.
Sarà presente l'autore

18.11.06

Vile aggressione neonazista a Radio Sherwood

Il CSA Bruno, Officina Sociale, Rete Studenti_Trento e tutti i compagni/e di Trento esprimono la loro solidarietà a Radio Sherwood dopo l’aggressione della scorsa notte. Siamo vicini, come in ogni altro momento, ai compagni e alle compagne di Padova. Oggi più che mai, in un periodo nel quale le aggressione di stampo nazifasciste - legittimate da un’amministrazione silenziosa e colpevole - sono all’ordine del giorno, ci stringiamo attorno a loro.


Un abbraccio da Trento.

Primo piano:
Aggressione neonazista a Radio Sherwood. Un’aggressione alla libertà di informazione
Comunicato Ass.ne Stampa di Padova e il Sindacato dei Giornalisti del Veneto
Attestati di solidarietà
Solidarietà operatori dell’informazione
Solidarietà partiti e sindacati di base

Per contatti e messaggi di solidarietà:
redazione@sherwood.it | 049.8752129

10.11.06

Festa mesta

da http://buldra.splinder.com/

La notte di Halloween, insieme ad altri loschi figuri trentini, ho fatto il giro delle feste (di Halloween appunto) della mia città. Ovvero Trento. Pur non avendo mai vissuto al di fuori di essa, io come molti miei consimili, mi sono sempre lamentato della scarsità di verve delle serate atesine. Mi sono sempre lamentato (ci siamo sempre lamentati), un po’ a sproposito, visto che nessuno di noi si è mai adoperato per cambiare la situazione o emigrare in altri posti.
Ma quello che è successo il 31 di ottobre è diverso. Perché il 31 di ottobre, nel mio animo, ho avuto la prova che le lamentele erano giuste, e che le serate trentine sono sempre sottotono. Anzi, mi correggo, fanno cagare.
La gente è in media più triste che in altri posti, e le sbronze sono in media più moleste che in altri posti. Gli orari sono più mesti che in altri posti e i locali sono anch’essi più mesti. Ma soprattutto, il giovane trentino medio è più mesto degli altri giovani italiani medi.
Ho le prove. E l’ho percepito. Precisamente quando all’una di notte, il dj-merda di turno, infilava l’ennesimo disco anni ’80 tamarro in un locale di bikers con venti persone dentro, di cui tre pseudo-fighe vestite come delle baldracche, attorniate da un campione altamente rappresentativo di abitante atesino medio. Volevo essere da tutt’altra parte insieme ai miei amizzi. Tipo come quando eravamo in Puglia con il Fradicio. Ad ingrassare e a bere otto mojitos e un litro di bianco a testa. Ricordi Fradicio? Io pesavo almeno quindici chili in più, e tu hai rischiato di affogare.
Comunque, chiedo venia se ho urtato la sana e dignitosa trentinità dei trentini, e chiedo scusa anche alla metà trentina di me stesso. Che poi non è una questione di qualità di divertimento o di orari o di tipo di attività. È proprio l’atmosfera delle feste trentine ufficiali e delle serate trentine che è mesta. È una cosa intrinseca. O forse sono io che sono mesto e triste dentro e me la meno troppo.
Ed è per questo che, accolgo l’appello giuntomi in quel del Caribe, e mi levo il cappello ad interim, ai creatori di BRUNO. E alla faccia mesta di Alberto Pacher.

8.11.06

Verso il 17 nov.: Organizziamoci contro la finanziaria di guerra

Appello agli studenti, agli insegnanti, a tutto il mondo della scuola

Ascolta il contributo di Nicola della Rete degli Studenti di Trento

La finanziaria 2007, proposta dal governo di "centrosinistra", è una legge che aspettavamo come una svolta concreta nel modo di gestire i soldi pubblici rispetto a quanto impostoci negli ultimi anni dalla destra berlusconian-fascista.

Questa legge e questo governo invece ci stanno deludendo: gli stessi che fino a pochi mesi fa erano in piazza con noi contro i conflitti in Afghanistan e in Iraq, contro la riforma moratti, contro la precarietà, ora che sono al governo finanziano la guerra, nel gestire la scuola portano avanti le politiche "berlinguer-morattiane" e non danno risposte concrete alla questione della precarietà.

La guerra in Afghanistan si sta dimostrando sempre più per quello che è, cioè una guerra di occupazione, eppure da pochi mesi a questa parte per tanti "centrosinistri" è diventata una guerra "giusta": la scorsa settimana sono morti 85 civili sotto i bombardamenti "giusti" della NATO.
La guerra diventa, con questo governo di paciFINTI, qualcosa di accettabile, su cui è necessario puntare per non rimanere "fuori dal giro": infatti con quello che hanno deciso di spendere per inventarsi un nuovo supercaccia bombardiere si potevano costruire una cosa come 100 (CENTO!) scuole ogni anno.
A proposito di scuola, il Trentino è da alcuni anni la lente di ingrandimento della realtà nazionale: come l'assessore Salvaterra sperava la riforma moratti non è stata abrogata, anzi man mano che entra in vigore ci si inventano nuovi "optional" con cui farla subire a studenti e insegnanti, dai registri elettronici che segnalano a casa TUTTO sullo studente,all'aumentare sproporzionato delle ore di stage. Tutto è in linea con il progetto di destra di una scuola organizzata come un'azienda; tutto è in linea con la "legge-quadro" sulla scuola (che abbiamo sempre criticato) fatta approvare in agosto da Salvaterra.
Il 17 novembre è la giornata mondiale del diritto al sapere, all'istruzione e alla formazione.
Come non abbiamo accettato e ci siamo opposti alle proposte indecenti della allora ministro moratti e della destra, alla corsa assoluta verso la scuola-azienda-privata, ci opponiamo adesso a chi ci vuole prendere in giro per non cambiare niente, a quelli secondo cui, in fondo, le cose vanno bene come stanno.

In questa giornata vogliamo riprendere la parola come studenti, senza delegare le nostre idee a partiti di cui non ci fidiamo più.
Il 17 novembre saremo in piazza contro qualsiasi finanziaria di guerra, contro la devastazione della scuola, perchè siamo studenti!

assemblea organizzativa delle mobilitazioni
mercoledì 8 novembre h.16.00 C.S.A. Bruno [piazzale ex Zuffo_autobus NP dalla regione]

Student's party Drum'n Bass verso lo sciopero generalizzato
sabato 11 novembre dalle 21.00 C.S.A. Bruno

venerdì 17 novembre corteo antifinanziaria antisfiga
h.8.15 davanti al Liceo DaVinci, Trento

GENERALIZZIAMO LO SCIOPERO CONTRO LA GUERRA
RIPRENDIAMOCI IN MANO LE SORTI DELLA SCUOLA


ReteStudenti_Trento
Rete degli Studenti Ribelli


x info

studenti_trento@yahoo.it
globalproject.info

Speciale verso il 17 novembre:
Il 17 Novembre sciopero generale contro il governo Prodi e la finanziaria di precarietà e guerra

Appello degli studenti medi alla generalizzazione dello sciopero della scuola del 17 Novembre

Comunicato Area condivisa della disobbedienza sociale in merito alla giornata del 4 novembre e verso lo sciopero del 17

Riflessioni verso lo sciopero generalizzato del 17 Novembre

Comunicato Contro la precarietà! Chiudere i CPT ora!

Speciale il 4 novembre e "l’altro" movimento

7.11.06

Immigrati sfruttati nella raccolta mele

da www.meltingpot.org

Alcuni mesi fa ci siamo allarmati di fronte al racconto del giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti rispetto alle condizioni dei lavoratori migranti nei campi di pomodori pugliesi. Molte le prese di posizione che stigmatizzavano i comportamenti dei datori di lavoro che sfruttano centinaia di lavoratori costretti a condizioni di vita e di lavoro inaccettabili.
Ora veniamo a sapere che anche nel “civile e accogliente” Trentino, nella Val di Non di Melinda, agricoltori aiutati da immigrati conniventi mettono in atto dinamiche di caporalato fatte di ricatti e soldi da pagare per l’’ottenimento del permesso di soggiorno. Pratiche che non fanno che inasprire le tragiche problematiche che produce la legislazione sull’’immigrazione in Italia, con la Legge Bossi-Fini come prima con la Legge Turco-Napolitano.
Abbiamo visto sui giornali le immagini del pubblico ministero, degli imputati che avranno ottimi avvocati e comitati di sostegno che difenderanno sempre e comunque la loro immagine, le foto stupite dei politici e assessori, ma non vedremo mai quelle di coloro che sono stati sfruttati, schiavizzati, brutalizzati.
Sono i lavoratori immigrati che hanno dovuto pagare migliaia di euro per arrivare in Italia con la promessa di un lavoro e con la speranza di una vita nuova. Queste persone sono state umiliate due volte: dopo tutto questo, invece delle scuse da parte dell’Italia e del Trentino “onesto”, sono stati raggiunti da un decreto di espulsione, portati a forza da dove sono arrivati e lasciati soli con un debito ancora da pagare. A questi nuovi schiavi non dovrebbe essere concesso un permesso di soggiorno per motivi di dignità?

Aps Officina Sociale - Trento

Rassegna stampa: Schiavi nei campi, otto arresti.

4.11.06

Programma iniziative musicali di novembre contro lo sgombero del C.S.A.

"...oggi mancano luoghi dove i giovani possano anche sbagliare."

Pacher Alberto, sindaco di Trento, ricordando il suo passato in Lotta Continua

csabruno@gmail.com

www.globalproject.info

scarica il manifesto fronte/retro


Open night dalle 21.00

sabato 4.11.’06

23.00_3.00 - Electro Ghetto night
Gab.Gato - Live (4Pleyer.Rec)
Djako - Dj set (N7 Trax)

lunedi 6.11.’06
20.30 Assemblea pubblica contro lo sgombero del c.s.a. Bruno

mercoledì 8.11.’06
Gli Orsi delle Alpi - scooteristi antifascisti
23.00_2.00 Babe Dj set (garage punk, sixties, british pop, northern soul)

sabato 11.11.’06
23.00_3.00 - Sub Groove
POLE - Dj set (neurofunk, drum'n'bass)
Tired Boy - warp selector - stanza rossa

mercoledì 15.11.’06

23.00_2.00 Reclaim your rights party
contro la precarietà blocca gli aumenti
Fatina Killer & Lord East - Dj set (CSO La Chimica Vr)
serata promossa dal Coordinamento Universitario

sabato 18.11.'06

23.00_3.00 - katzuma.org
Deda - dj set (ex Sangue Misto - set funk, disco, rare groove)
Lilian - selector (elettronica) - stanza rossa

mercoledì 22.11.’06
23.00_2.00 One Shot 80
Rage - Dj set (hit80)

sabato 25.11.'06
23.00_3.00 - CONTEST@ open console
mixer, 2 piatti, e 2 cdj a vostra disposizione
info: 3473242667

mercoledì 29.11.’06

23.00_2.00 Dance Hall Night
Down Beat Foundation - Dj set
Fire Fondation Dance Hall(Bz) - Dj set

3.11.06

Contro la precarietà! Chiudere i CPT ora!

Oggi due iniziative a Firenze e Venezia

Oggi 3 novembre 2006, con due azioni congiunte e comuni, abbiamo occupato la sala del convegno "il futuro del lavoro" a Venezia, dove si riunivano i ministri europei, e la sede della "Misericordia" di Firenze, che detiene l’appalto della gestione dei CpT di Lampedusa, Modena e Bologna.
C’è il tempo delle parole, della finanziaria, dei convegni concertativi, delle manifestazioni in cui gli stessi che sono al governo protestano contro se stessi e poi c’è il tempo dei precari, che vivono sulla loro pelle le scelte di altri.
A Venezia, ministri, specialisti, sindacalisti, si riunivano per definire le linee concertative delle politiche del lavoro, per questo abbiamo scelto di bloccare quel convegno, perchè non c’è mediazione possibile sulle nostre vite, perchè è sotto gli occhi di tutti, che la gestione delle politiche neo-liberiste non è più esclusiva del centro-destra (per la verità non lo sono mai state).
I tagli alla scuola, alle università, il blocco delle assunzioni, la non volontà di abrogare le leggi Treu-Biagi, hanno radici profonde, e si rivolgono ai precari come affronti inaccettabili, ora.
Il ministro Damiano, a Venezia, ha rifiutato di affrontare i nodi della discussione, ha chiesto l’immediato sgombero del palazzo, la polizia ha tentato di sgomberare l’aula con i manganelli, ma questo non è bastato a fermare la nostra protesta.
Il rodaggio del governo di centro-sinistra è concluso, oggi è a pieno "regime", e le sue politiche sono oggi sotto gli occhi di tutti.
L’ abrogazione della legge Bossi-Fini è stata terreno di campagna elettorale: non solo nulla si è fatto, ma addirittura la proposta Amato ha delineato un futuro "doppio" per i CpT. Imbottire le scelte di linguaggi che appartengono alle moltitudini, non basta a bloccare il nostro desiderio di libertà e giustizia.
La sede di Firenze della Misericordia è stata occupata, perchè noi crediamo che non vi sia più tempo. Non vi è più tempo per stare a discutere con organizzazioni cosidette “umanitarie” o di “solidarietà” se gestire questi campi di prigionia sia o meno giusto. Non vi è più tempo per ascoltare le false promesse di esperti politicanti che da sempre annunciano che “qualcosa cambierà”. I Cpt sono pieni di esseri umani che non lasceremo al loro destino. I cpt sono dispotivi di controllo e privazione della libertà che appartengono ad un sistema in cui tutti siamo costretti a vivere. E’ un sistema in cui la precarietà della vita si abbina alla cancellazione dei diritti. In cui le logiche securitarie produciono solo discriminazione, paura, ingiustizia.
I gestori dei Cpt, che fino ad ora hanno guadagnato un sacco di soldi prestandosi a questo lavoro ignobile, sono complici di ciò che accade. Come i mercenari in guerra. Quindi non vi sono più scuse. Decidano di assumersi fino in fondo ogni responsabilità, sapendo che nessuna facciata “umanitaria” o “cristiana” potrà mai reggere di fronte ad una cosa così vergognosa. Le catene, le gabbie, le botte, la disperazione che producono queste carceri speciali, non si possono più nascondere.
A Firenze, l’occupazione, ha svelato un piano di gestione dei CpT che guarda al 2007: non vi è alcuna intenzione di questi mercenari di rinunciare agli appalti.
Il governo, nella nuova finanziaria, ha annunciato un aumento della spesa dedicata alla gestione dei Cpt.
Il gioco del governo è svelato, non c’è più ambiguità possibile.
E anche per il Governo Prodi, e per le sue parti cosidette “radicali”, non vi sono né più scuse né nascondigli.
I Cpt vanno chiusi subito, la precarità delle nostre vite ha bisogno di reddito e dignità, e questa battaglia non è sacrificabile per nessuna poltrona, per nessuna governabilità, per nessun gioco di potere!

Area condivisa della disobbedienza sociale
Riferimenti regionali: Veneto - Centri sociali nord-est, ADL - federata RDB / Emilia Romagna - CSO TPO (BO) / Lombardia - Cantiere (MI) / Piemonte - CSO Crocevia (AL) / Trentino - CSA Bruno (TN)/ Friuli VG - CSO Clandestino

Movimento Antagonista Toscano

ADERENTI ALLA RETE EUROPEA I.W.W. (invisible workers of the world)

1.11.06

Rassegna stampa del 30 e 31 ottobre

A seguito della notiza, pubblicata in data 31 ottobre dal quotidano l'Adige, il CSA Bruno invita tutti i fratelli e le sorelle all'assemblea contro lo sgombero di mercoledì 1 novembre '06 ore 20.30 al CSA Bruno

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fonte: l'Adige del 31.10.'06


Pacher sembra intenzionato a chiedere a breve l'intervento della forza pubblica per lo sgombero dell'ex Zuffo
"Bruno" nel mirino del sindaco:

"Andiamo inesorabilmente verso un rilascio della struttura". Il sindaco Pacher non dice di più ma conferma la volontà del Comune di ritornare in possesso dei locali dell'ex Zuffo, da ventuno giorni occupati abusivamente da un gruppo di Disobbedienti che hanno dato vita al nucleo di quello che chiamano Centro sociale "Bruno", come il nome dell'orso ucciso in Germania. Pacher non parla volentieri di questa storia. Quando i giornalisti chiedono lumi, al termine della conferenza stampa del lunedì, alza gli occhi al cielo. Non ha alcuna voglia di commentare le intenzioni dichiarate dei leader di Bruno di prepararsi per affrontare l'inverno nella palazzina sotto il viadotto per Cadine. Sulla richiesta di poter accedere agli allacciamenti di luce e acqua è sintetico ma chiaro: "Un'aspettativa non realistica". Dalle poche parole si capisce comunque che Pacher non ha intenzione di aspettare ancora molto prima di chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. "E' una situazione - dice - che non legittimiamo e che non potrà proseguire in questo modo. E' un tipo di situazione che è procedibile da parte della magistratura". Bruno insomma è nel mirino e a quanto pare il sindaco non ha intenzione di lasciarlo ancora molto nella sua tana.

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fonte: l'Adige del 30.10.'06

CSA Bruno: "ogni giorno siamo più forti"
Occupanti pronti all'inverno: "All'ex-zuffo già 7 iniziative"


di MATTIA PELLI

Se il Comune punta sui rigori di "Generale Inverno" per temperare le ambizioni dei giovani che hanno occupato la palazzina all'ex Zuffo, dando vita al centro sociale "Bruno", dovrà rivedere i suoi piani. Non basterà infatti il freddo alle porte a sgomberare gli occupanti, che si stanno attrezzando per un inverno di resistenza: per sopperire alla carenza di termosifoni, al pianterreno sono già funzionanti due stufe a legna, che scaldano la cucina e la "stanza rossa", dove già è stata montata una mostra contro la guerra. Ma soprattutto, al Csa "Bruno" sono rinfrancati dall'aver ormai superato la soglia psicologica dei 20 giorni di occupazione, senza che nessun uomo in divisa si sia presentato all'orizzonte. Settimane preziose, che hanno permesso di rafforzare la posizione del centro sociale: da martedì 10 ottobre (primo giorno di occupazione) fino allo scorso sabato sera, sono state ben sette le iniziative che si sono succedute nella palazzina del Comune. Ieri, di "turno" al centro sociale, c'era Mavi Ciccinelli, con i compiti dei suoi studenti da correggere e un caffè sul fornello a gas: impossibile non notare l'avanzamento dei lavori di ristrutturazione. Gli occupanti hanno preso in affitto un generatore da 12 watt per fornire l'elettricità necessaria durante i concerti, con una spesa di 500 euro al mese, mentre le fognature verranno presto rimesse in sesto con l'aquisto di una pompa da 1000 euro. E settimana prossima Trentino servizi porterà i cassonetti della differenziata, mentre al primo piano Telecom ha installato l'Adsl. Ci sarà anche una zona wirless gestita dagli studenti, pensata apposta per scaricare musica, contro la "privatizzazione dei saperi". Mancano solo acqua (ci sono le taniche riempite alla fontana dei camper) e corrente, ma per averla ci vorrebbe un accordo, che però, spiega Stefano Bleggi, non è all'orizzonte.
Bleggi, dopo 20 giorni un primo bilancio. Prima di tutto del rapporto con il Comune.

"Non c'è stato nessun contatto. Abbiamo provato a chiedere i servizi alla Trenta, ma ci sono stati negati. Non crediamo nelle mediazioni: abbiamo detto che di qui non usciamo e ci restiamo anche senza luce nè acqua".

Pensavate di riuscire a resistere qui dentro per 20 giorni?

"Avevamo già fatto il calendario degli eventi fino al 28 di ottobre. E' vero però che ora dobbiamo correre per completare quello di novembre...".

Per entrare in questo edificio avete utilizzato una pratica considerata illegale, quella dell'occupazione. Credete sia stata capita dalla città?

"A parte i soliti noti, Lega, Fiamma Tricolore e Forza Italia, sui giornali vediamo più attestati di solidarietà, come quello del gruppo Neruda, che condanne. E le presenze alle nostre iniziative sono una dimostrazione sufficiente. L'esempio è stata la cena "No border" di settimana scorsa quando le comunità ghanese, nigeriana e somala hanno cucinato per 100 persone. E' stata una serata piena di calore".

Avete occupato un edificio del Comune; non nascondete la vostra solidarietà con i clandestini; siete a favore della legalizzazione delle droghe leggere. Non temete che questa venga vista come una zona di illegalità?

"Noi siamo partigiani di una nuova legalità, per la quale sia legittimo condividere i saperi e muoversi come lo si desidera nel mondo globalizzato. Qui può venire chiunque, non conta se ha o meno il permesso di soggiorno. E poi bisognerebbe discutere di che cos'è la legalità".

L'accusa che vi viene spesso rivolta, è che qui ci siano sempre le stesse - poche - persone, i soliti Baldo, Zappini, Bleggi. L'assessore Plotegher sostiene che l'occupazione è solo il desiderio di autorappresentazione di una minoranza.

E' un'accusa stupida e priva di fondamento. Quale gruppo o associazione di Trento riuscirebbe, senza finanziamenti pubblici e con tre persone a gestire sette iniziative in 20 giorni, con 300 persone in media a serata? L'occupazione ha scatenato nuove energie, che si sono moltiplicate rispetto all'esperienza della Tana. Ogni giorno che passa ci rafforziamo, creiamo nuovi legami e solidarietà.

Sareste disponibili a trovare un accordo con il comune?

In tutte la città (Bologna, Venezia) dove ci sono centri sociali, i comuni hanno stipulato convenzioni. Noi abbiamo bisogno di luce e acqua. Ma sia chiaro: da qui non ce ne andiamo.

Siete disposti a stemperare le vostre critiche al Comune in cambio della tranquillità?

No. Quando sarà necessario dire la nostra, sulle retate in piazza Dante piuttosto che sulla scandalosa gestione del problema ex Sloi, lo faremo, come sempre.