A seguito della notiza, pubblicata in data 31 ottobre dal quotidano l'Adige, il CSA Bruno invita tutti i fratelli e le sorelle all'assemblea contro lo sgombero di mercoledì 1 novembre '06 ore 20.30 al CSA Bruno
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fonte: l'Adige del 31.10.'06
Pacher sembra intenzionato a chiedere a breve l'intervento della forza pubblica per lo sgombero dell'ex Zuffo
"Bruno" nel mirino del sindaco:
"Andiamo inesorabilmente verso un rilascio della struttura". Il sindaco Pacher non dice di più ma conferma la volontà del Comune di ritornare in possesso dei locali dell'ex Zuffo, da ventuno giorni occupati abusivamente da un gruppo di Disobbedienti che hanno dato vita al nucleo di quello che chiamano Centro sociale "Bruno", come il nome dell'orso ucciso in Germania. Pacher non parla volentieri di questa storia. Quando i giornalisti chiedono lumi, al termine della conferenza stampa del lunedì, alza gli occhi al cielo. Non ha alcuna voglia di commentare le intenzioni dichiarate dei leader di Bruno di prepararsi per affrontare l'inverno nella palazzina sotto il viadotto per Cadine. Sulla richiesta di poter accedere agli allacciamenti di luce e acqua è sintetico ma chiaro: "Un'aspettativa non realistica". Dalle poche parole si capisce comunque che Pacher non ha intenzione di aspettare ancora molto prima di chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. "E' una situazione - dice - che non legittimiamo e che non potrà proseguire in questo modo. E' un tipo di situazione che è procedibile da parte della magistratura". Bruno insomma è nel mirino e a quanto pare il sindaco non ha intenzione di lasciarlo ancora molto nella sua tana.
fonte: l'Adige del 30.10.'06
CSA Bruno: "ogni giorno siamo più forti"
Occupanti pronti all'inverno: "All'ex-zuffo già 7 iniziative"
di MATTIA PELLI
Se il Comune punta sui rigori di "Generale Inverno" per temperare le ambizioni dei giovani che hanno occupato la palazzina all'ex Zuffo, dando vita al centro sociale "Bruno", dovrà rivedere i suoi piani. Non basterà infatti il freddo alle porte a sgomberare gli occupanti, che si stanno attrezzando per un inverno di resistenza: per sopperire alla carenza di termosifoni, al pianterreno sono già funzionanti due stufe a legna, che scaldano la cucina e la "stanza rossa", dove già è stata montata una mostra contro la guerra. Ma soprattutto, al Csa "Bruno" sono rinfrancati dall'aver ormai superato la soglia psicologica dei 20 giorni di occupazione, senza che nessun uomo in divisa si sia presentato all'orizzonte. Settimane preziose, che hanno permesso di rafforzare la posizione del centro sociale: da martedì 10 ottobre (primo giorno di occupazione) fino allo scorso sabato sera, sono state ben sette le iniziative che si sono succedute nella palazzina del Comune. Ieri, di "turno" al centro sociale, c'era Mavi Ciccinelli, con i compiti dei suoi studenti da correggere e un caffè sul fornello a gas: impossibile non notare l'avanzamento dei lavori di ristrutturazione. Gli occupanti hanno preso in affitto un generatore da 12 watt per fornire l'elettricità necessaria durante i concerti, con una spesa di 500 euro al mese, mentre le fognature verranno presto rimesse in sesto con l'aquisto di una pompa da 1000 euro. E settimana prossima Trentino servizi porterà i cassonetti della differenziata, mentre al primo piano Telecom ha installato l'Adsl. Ci sarà anche una zona wirless gestita dagli studenti, pensata apposta per scaricare musica, contro la "privatizzazione dei saperi". Mancano solo acqua (ci sono le taniche riempite alla fontana dei camper) e corrente, ma per averla ci vorrebbe un accordo, che però, spiega Stefano Bleggi, non è all'orizzonte.
Bleggi, dopo 20 giorni un primo bilancio. Prima di tutto del rapporto con il Comune.
"Non c'è stato nessun contatto. Abbiamo provato a chiedere i servizi alla Trenta, ma ci sono stati negati. Non crediamo nelle mediazioni: abbiamo detto che di qui non usciamo e ci restiamo anche senza luce nè acqua".
Pensavate di riuscire a resistere qui dentro per 20 giorni?
"Avevamo già fatto il calendario degli eventi fino al 28 di ottobre. E' vero però che ora dobbiamo correre per completare quello di novembre...".
Per entrare in questo edificio avete utilizzato una pratica considerata illegale, quella dell'occupazione. Credete sia stata capita dalla città?
"A parte i soliti noti, Lega, Fiamma Tricolore e Forza Italia, sui giornali vediamo più attestati di solidarietà, come quello del gruppo Neruda, che condanne. E le presenze alle nostre iniziative sono una dimostrazione sufficiente. L'esempio è stata la cena "No border" di settimana scorsa quando le comunità ghanese, nigeriana e somala hanno cucinato per 100 persone. E' stata una serata piena di calore".
Avete occupato un edificio del Comune; non nascondete la vostra solidarietà con i clandestini; siete a favore della legalizzazione delle droghe leggere. Non temete che questa venga vista come una zona di illegalità?
"Noi siamo partigiani di una nuova legalità, per la quale sia legittimo condividere i saperi e muoversi come lo si desidera nel mondo globalizzato. Qui può venire chiunque, non conta se ha o meno il permesso di soggiorno. E poi bisognerebbe discutere di che cos'è la legalità".
L'accusa che vi viene spesso rivolta, è che qui ci siano sempre le stesse - poche - persone, i soliti Baldo, Zappini, Bleggi. L'assessore Plotegher sostiene che l'occupazione è solo il desiderio di autorappresentazione di una minoranza.
E' un'accusa stupida e priva di fondamento. Quale gruppo o associazione di Trento riuscirebbe, senza finanziamenti pubblici e con tre persone a gestire sette iniziative in 20 giorni, con 300 persone in media a serata? L'occupazione ha scatenato nuove energie, che si sono moltiplicate rispetto all'esperienza della Tana. Ogni giorno che passa ci rafforziamo, creiamo nuovi legami e solidarietà.
Sareste disponibili a trovare un accordo con il comune?
In tutte la città (Bologna, Venezia) dove ci sono centri sociali, i comuni hanno stipulato convenzioni. Noi abbiamo bisogno di luce e acqua. Ma sia chiaro: da qui non ce ne andiamo.
Siete disposti a stemperare le vostre critiche al Comune in cambio della tranquillità?
No. Quando sarà necessario dire la nostra, sulle retate in piazza Dante piuttosto che sulla scandalosa gestione del problema ex Sloi, lo faremo, come sempre.
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