28.3.07

Assemblea studentesca verso il 21 aprile

Giovedi 29 marzo alle ore 15.30 si terrà un’assemblea studentesca all’istituto Rosmini di Trento in vista della mobilitazione nazionale del 21 aprile.
Quest’incontro vuole essere il punto di partenza per portare nelle scuole la manifestazione in difesa degli spazi sociali.

vedi lo speciale:
Da Copenhagen a Trento i centri sociali non si toccano!
Dopo lo sgombero proteste e mobilitazioni, verso il 21 aprile manifestazione nazionale "Guai a chi ci tocca"

25.3.07

L’orso di Trento come la sirenetta di Copenhagen

Manifestazione nazionale a Trento sabato 21 aprile:
Guai a chi tocca i centri sociali!

Questa sera nuova iniziativa a Trento. Gli attivisti del Centro Sociale Bruno, partendo dal piazzale ex Zuffo, hanno dipinto di rosa l’orso - segno del gemellaggio tra Trento e Berlino Charlottenburg-Wilmersdorf - posizionato in una rotonda stradale a poche centinaia di metri dallo stabile del Centro Sociale.
Ai piedi dell’orso, simbolo della libertà di movimento attaccata dallo sgombero di mercoledì mattina, hanno posizionato un cartello che dice: "Da Copenaghen a Trento guai a chi ci tocca. Saluti da Trento." L’orso di Trento come la sirenetta di Copenaghen.
Questa è la cartolina che Bruno vuole inviare a tutti i Centri Sociali d’Italia e d’Europa, in questo momento sotto attacco, invitandoli alla manifestazione che si terrà nella città di Trento sabato 21 aprile.

Da Copenhagen a Trento i Centri Sociali non si toccano!



"Finché si è inquieti si può stare tranquilli" J. Green

Global Project Trento

Galleria d’immagini

Le iniziative non si fermano, l'orso è itinerante

Il cemento non soffoca la musica! Dj Tabi ospite al Bar Paradiso










24.3.07

Lo sgombero non ci ferma, le iniziative continuano

Oggi > dalle 21.00 TABI (Bruxelles) dj set sul piazzale Ex Zuffo (o dentro?)

Lunedì 26 > ore 21.00 in piazza d'Arogno (in caso di pioggia sotto la Regione)
Incontro sull'America Latina verso il Global Meeting
>> ore 17.30 incursione in città per allestire il luogo della conferenza

23.3.07

Trento - Fiori per la città, vergogna per il Sindaco Pacher

Sono proseguite anche oggi le mobilitazioni contro lo sgombero del Centro Sociale Bruno, avvenuto mercoledì scorso. Da quel giorno si sussegguono iniziative in città da parte degli attivisti del Centro Sociale, determinati a far continuare l’esperienza che è cominciata il 10 ottobre scorso nell’area ex Zuffo.
Anche oggi la città di Trento e specialmente via Belenzani - sede del Comune di Trento - vedeva la presenza di numerosi agenti della celere di Padova a presidiare gli uffici dell’Amministrazione comunale. Una situazione inaccettabile di militarizzazione che vede ancora una volta come unico responsabile il sindaco Alberto Pacher.
All’interno di Palazzo Thun questo pomeriggio si svolgeva la presentazione di una serie di iniziative di ATAS cultura, associazione che lavora nella città di Trento sulle problematiche dei migranti. Agli attivisti del Centro Sociale veniva impedito di entrare all’incontro e di parlare con le persone in sala.
Nonostante la volontà di ATAS cultura di far intervenire gli attivisti le Forze dell’Ordine non hanno permesso l’ingresso. E’ dovuta scendere in strada la direttrice dell’associazione a ricevere la lettera che il Centro Sociale Bruno avrebbe voluto leggere e un mazzo di fiori, omaggio a tutta la città e a tutti i migranti.

Gli attivisti hanno dimostrato per l’ennesima volta come sia l’amministrazione comunale a voler chiudere gli spazi del movimento, che ogni giorno le iniziative di Bruno riprendono attraversando la città e relazionandosi con i cittadini.

Leggi la lettera alla città
Galleria d’immagini

22.3.07

Oggi, giovedì 22 - ore 17.00 - Assemblea pubblica sotto il Comune

Continuano le proteste. Ora in cerca di uno spazio per l’assemblea

Cronaca della giornata di mobilitazione.
Oggi alle 17 l'assemblea del Centro sociale Bruno si è riunita di fronte al Palazzo del Consiglio comunale, alla ricerca di uno spazio pubblico che potesse ospitare la riunione e che potesse venire nuovamente riempito di contenuti politici.
Alcuni agenti della Polizia municipale vigilavano l'ingresso. Grazie alla lucidità e alla rapidità degli attivisti, agevolati dall'ottusità dei rappresentanti delle forze dell'ordine, una parte riusciva ad entrare nell'atrio di Palazzo Thun e dare inizio al dibattito, mentre l'entrata veniva bloccata dai vigili. L'assemblea veniva così spezzata a metà mentre alcune camionette della celere raggiungevano via Belenzani.
Dopo diversi vani tentativi di ricongiungersi e proseguire l'assemblea, si decideva di dirigersi nel cortile interno o in una sala disponibile della Biblioteca comunale poco distante. Lì, dopo tensioni provocate dalle Forze dell'ordine in tenuta antisommossa, alcuni attivisti cercavano di ottenere l'autorizzazione dalla responsabile della biblioteca, negata senza mezzi termini.
E' solo nell'atrio della Stazione dei treni che l'assemblea, ancora scortata da almeno sette tra blindati e camionette delle Forze del disordine, trova un luogo - tristemente poco adatto - a proseguire il confronto fra tutti i partecipanti.

Galleria immagini

Rassegna stampa: L'intervista a Casarini sul Corriere del Trentino

L'ennesimo, massiccio, utilizzo delle Forze dell'ordine è reponsabilità unicamente del Sindaco Pacher e dell'Amministrazione comunale.



Scarica il telegiornale regionale di oggi.

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21.3.07

Barricate in città in difesa del Centro sociale Bruno

Giovedì 22 marzo
ore 7.30
Continuano le iniziative di protesta contro lo sgombero del Cso Bruno: gli studenti bloccano la stazione degli autobus

Mercoledì 21 marzo
ore 19.30

Il corteo ha raggiunto il centro storico e in via Belenzani, sotto il Comune, gli attivisti del Cso Bruno hanno simbolicamente versato sulla strada un secchio di vernice rosa - lo stesso colore che ha ricoperto la Sirenetta della capitale danese - per ricordare che da Copenhagen a Trento a Padova ogni centro sociale va difeso con la lotta.
Dopo aver lanciato per la giornata di domani una nuova mobilitazione e una assemblea pubblica che si terrà alle 17 sotto la sede dell’amministrazione comunale - nel centro storico di Trento - il corteo si è diretto verso il piazzale antistante il Centro sociale Bruno

ore 17.30
Gli attivisti del Cso Bruno hanno deciso di spostarsi dal presidio messo in atto davanti allo stabile - posto sotto sequestro nella mattinata di oggi - e di arrivare al cuore del problema: il Comune di Trento ed il suo sindaco, mandante dello sgombero del centro sociale.
Gli attivisti si sono spostati con un corteo dal centro sociale percorrendo le strade della tangenziale che portano al centro città e sono stati bloccati dalle forze dell’ordine che - in assetto antisommossa - hanno tentato di disperdere i manifestanti.
Gli attivisti però - con determinazione - sono rimasti al centro della strada e utilizzando copertoni incendiati e materiale vario hanno bloccato gli snodi centrali della tangenziale ribadendo la volontà di passare oltre i cordoni della celere e di raggiungere il comune, nel centro storico di Trento.
La corrispondenza dalla voce di Stefano - Cso Bruno di Trento.









Multimedia

Galleria d'immagini del corteo e dei blocchi

Comunicati di solidarietà:
Cantiere - Milano
Centri sociali del Nord - Est
Tpo - Bologna
Esc - Roma
Comunità Resistenti Marche
Lab. MillePiani - Caserta

Rassegna stampa:
* dal Trentino
* da il Manifesto

Sgomberato il cso Bruno / Comunicato


Lo sgombero del Centro Sociale Bruno è la risposta incapace e immatura del sindaco Pacher. Questa soluzione è la dimostrazione della debolezza di un'amministrazione che non è in grado di risolvere con il dialogo le questioni della propria citta. In modo inaspettato è stata messa in moto la forza pubblica e si è proceduto a murare per la seconda volta una palazzina che per 18 anni è rimasta inutilizzata e che il Centro Sociale Bruno ha saputo rinnovare, ristrutturare e vivere.
Il responsabile dello sgombero, il politico incapace di dialogare, l'uomo che non mantiene la parola è il sindaco di questa città. Da questo momento non smetteremo di additarlo come il mandante di un atto di incredibile violenza, la violenza di chi attraverso la forza, senza vergognarsene, ha il coraggio di chiudere un'esperienza che dura da più di cinque mesi, preferendo ad un luogo di aggregazione sociale e culturale qualche metro quadrato di parcheggi in più.
Oggi non siamo tristi perchè sappiamo che dobbiamo organizzarci per rientrare, che dobbiamo spendere le prossime ore affinché la parentesi di questo sgombero sia la più breve possibile.
Se per poco il Centro Sociale non è all'ex Zuffo, sarà dappertutto. Uno sgombero non elimina un centro sociale: lo sposta solamente.

cs BRUNO

Sgomberato il cso Bruno

Questa mattina è stato sgomberato il cso Bruno da polizia e carabinieri.
In questo momento stanno murando gli accessi.
Questa è la pax pacheriana: una città che, in nome di una non ben precisata legalità, mura i luoghi pubblici non utilizzati, invoca l'intervento delle forze dell'ordine e blinda ogni laboratorio di pensiero critico.

Galleria d'immagini
Video dopo lo sgombero a cura del sito LaLeggera

MOBILITAZIONE:
INCONTRO QUESTO POMERIGGIO, ORE 17
PRESSO IL CENTRO SOCIALE BRUNO.
Preparate dei piani, tenetevi pronti!

Aggiornamenti su Global Project


Ascolta l’intervista a Federico Zappini







17.3.07

Pergine - Picchettato il negozio M.S. abbigliamento

Ribellarsi è giusto: diritti e reddito per tutte/i


Questo pomeriggio il responsabile del negozio M.S. abbigliamento di Pergine (paese che dista 10 km da Trento) dopo due ore di picchetto ha deciso di chiudere anticipatamente le porte rispetto al classico orario di chiusura. La mobilitazione, alla quale ha partecipato il CSO Bruno, accompagnata dallo sciopero delle commesse, è stata decisa per le gravi condizioni di sfruttamento che subiscono le lavoratrici e per il mancato pagamento degli stipendi. In particolare a Rossella Hoffer, una delle ragazze che ha deciso di ribellarsi alla precarietà e di richiedere maggiori tutele e diritti, come punizione le è stato imposto il trasferimento dalla sededi Pergine a quella di Bergamo.
Sabato prossimo, se la ditta M.S. non toglierà il provvedimento e se non si impegnerà a migliorare sensibilmente le condizioni lavorative, verrà promossa un’altra iniziativa di lotta contro la precarietà.

Ascolta l’intervista a Rossella









leggi il contributo di Vesna: Sulla storia di Rossella e sulla precarietà

galleria d’immagini

La storia di Rossella Hoffer è una delle tante situazioni di precariato di cui quotidianamente veniamo a conoscenza nei luoghi che attraversiamo: dai negozi dove facciamo la spesa ai nostri posti di lavoro, dalle università nelle quali studiamo allo stabile (in disuso da molti anni) ex Zuffo a Trento che abbiamo occupato per renderlo un laboratorio politico e culturale. Non ci stupisce che la vicenda di Rossella si svolga in Trentino: la ricca e felice provincia ai piedi delle Alpi, quella con il reddito medio pro-capite tra i più alti d’Italia, è sommersa da episodi simili che avvengono a danno di una fetta sempre più consistente di persone. Una moltitudine di precarie e precari, siano essi migranti o italiani non fa differenza, che subiscono la morsa del ricatto padronale che vorrebbe obbligare al silenzio chi decide di ribellarsi ed esigere maggiori diritti e/o reddito. Se alzi la voce, se ti ribelli (allo sfruttamento, al misero guadagno di 3 euro o poco più all’ora, al non vedere riconosciuto il minimo diritto lavorativo…) l’ultimatum del padrone diventa vero e proprio ricatto: se non posso licenziarti attuo le forme punitive più meschine – come quella di cambiarti sede di lavoro dalla provincia di Trento a quella di Bergamo (!) - per farti desistere e quindi tacere. Questo schifo imposto, queste condizioni di ricattabilità sempre più spregevoli, sono le stesse che il negozio M.S. di Pergine sta attuando nei confronti di Rossella. A lei, e a tutte coloro che non accettano di subire la precarietà e lo sfruttamento, a chi alza la voce va tutta la nostra solidarietà attiva. All’M.S. abbigliamento e a tutti i nuovi miserabili ricattatori ricordiamo che saremo sempre pronti a mobilitarci per difendere la dignità e i diritti di tutte le precarie e precari perché è arrivato il momento che la moltitudine esiga quello che le spetta. Comune la condizione di precarietà che stringe la vita di milioni di persone in tutta Europa, comune la possibilità di rovesciare le cose.

RIBELLARSI E’ GIUSTO!
DIRITTI E REDDITO PER TUTTE E TUTTI!

CSO Bruno - l’orso contro la precarietà

Global Project Trento

16.3.07

ANT LIVE @ Bruno

Martedì 20 marzo 2007 ore 22.00

Homesleep records presenta

ANT (Sweden) - indie/acoustic/folk




Fino a qualche tempo fa Antony “Ant” Harding era conosciuto soprattutto per essere il batterista della fantastica indie band Hefner. Ma negli ultimi anni dopo aver realizzato una serie di semplici, bellissimi, acustici album pop “fatti in casa,” Ant si è rivelato come uno dei migliori songwriter in circolazione. Dopo un album per Fortune & Glory, un ep per Homesleep ed uno per Aquarela, una serie numerosa di singoli (raccolti poi in una splendida compilation firmata Fortune & Glory) ecco il secondo album sulla lunga distanza per Ant.
Footprints Through the Snow, questo il titolo, è un lavoro estremamente maturo, per il quale Antony ha abbandonato l’ “home recording” per chiudersi in un vero studio professionale (l’Alpha dept, sotto la guida di Giacomo Fiorenza e Francesco Donadello), suonando praticamente tutti gli strumenti. Un album che conferma l’abilità di Antony a confrontarsi con la materia canzone e con il pop essenziale. Un lavoro destinato a consacrarlo come uno dei più originali e sensibili songwriter indie.
Prima di ascoltarlo vi invitiamo a lasciare un po’ di spazio nel vostro cuore…perchè Footprints Through the Snow, è piccolo capolavoro, un album a dir poco emozionante, in grado di intenerire e commuovere anche i più duri.
“A boy and his guitar”, come lo ha definito Mr. John Peel presentando una sua session, Ant ci regala tredici nuove canzoni eleganti e raffinate, scritte più con il cuore che con la mente. Piccole gemme pop d’autore, canzoni semplici, essenziali e forse proprio per questo capaci di suscitare emozioni profonde. Footprints Through the Snow è un album in cui Ant, con la sua magnifica voce quasi sussurrata, ci parla di romanticismo e baci rubati, di cuori infranti e sogni amorosi. Il tutto con la sua consueta dolcezza e pacatezza.

Una volta qualcuno ha chiesto ad Ant quale fosse il peggior consiglio ricevuto. La risposta fu “No one wants another sensitive singer songwriter.” Ascoltando questo album non si può fare a meno di pensare che sia vero: mai consiglio fu più errato!

ANT su Homesleep
ANT su myspace

Trento - Incontro pubblico sull’America Latina >>> verso il Global Meeting

LUNEDI’ 26 MARZO 2007

[ore 17.30 incursione in città per allestire il luogo della conferenza - meeting point parcheggio ex Zuffo]


ore 21.00
in piazza d'Arogno (in caso di pioggia sotto la Regione)

in collaborazione con Globalproject.info e Associazione Ya Basta
presenta:

"America Latina, un continente in continuo movimento"

anticipazioni dal Global Meeting, Venezia 30-31 marzo e 1 aprile

saranno presenti:

Sebastián Scolnik
Collettivo Situaciones - Argentina
Ricardo Montoya
Attivista sociale - Colombia
David Alejandro Suarez Changuan
Università di Quito - Ecuador

[ versione per la stampa ]


Verso il Global Meeting
CS Rivolta, Venezia 30-31 marzo e 1 aprile
Make multitude, make autonomy, make worlds

info convegno e pernottamento:
www.globalproject.info
3473242667

Bolzano - Resoconto della manifestazione NO TAV / KEIN BBT

Global Project Trento

Sabato 10 marzo si è svolta, a Bolzano, una manifestazione contro il tunnel del Brennero (in tedesco BBT) e il TAV. Al colorato e festoso corteo hanno partecipato più di mille persone. Abbastanza buona, nonostante la pesante criminalizzazione mediatica che ha preceduto l’iniziativa, la presenza di altoatesini. A chi non conosce la provincia di Bolzano può sembrare poca cosa, ma è la prima manifestazione del genere che avviene da queste parti. Assieme ai NO TAV/ KEIN BBT del Trentino, di Bolzano e delle valli, una nutrita e cantante delegazione di valsusini, un’altra di NO Dal Molin, partecipanti al coordinamento NO Gasiera di Livorno, ai comitati NO TAV del Veneto e del Friuli, alla rete nazionale “rifiuti zero”, gli amici del Presidio di San Pietro, il gruppo di Radio Gamma 5 di Padova e tanti individui solidali venuti da varie parti d’Italia (persino qualche NO Ponte dalla Sicilia…). La città, malgrado il terrorismo mediatico, ha reagito piuttosto bene, avvicinandosi incuriosita e ascoltando i numerosi interventi che si sono susseguiti al microfono libero. Uno degli aspetti più belli è che non pochi dei bolzanini presenti (sia di madre lingua tedesca che italiana) si sono uniti durante il corteo. I più rumorosi, come al solito, i bambini, con pattini e fischietti. I più ottimisti – come spesso, ultimamente – i pensionati.

Al termine della manifestazione – in cui sono comparse le prime bandiere NO TAV/ KEIN BBT mentre erano assenti, come chiesto dagli organizzatori, tutte le bandiere di partito – si è svolta un’assemblea pubblica in una sala cittadina. Qui, dopo una rapida presentazione del progetto del TAV Monaco-Verona a cura del gruppo bolzanino, hanno portato la propria esperienza partecipanti ai diversi comitati dal basso contro le nocività (e la guerra). È stato presentato anche il progetto del Patto di mutuo soccorso, suscitando un buon interesse. Quasi tutti gli interventi hanno ribadito l’importanza di un movimento autonomo dai partiti, senza governi amici né tentazioni elettorali. Giorni tristi, si annunciano, per il recupero istituzionale e l’abitudine alla delega.
Insomma, la giornata del 10 marzo non è stata il coronamento di una forte lotta già in atto, bensì un momento di slancio per creare una mobilitazione più ampia e consapevole. Per tanti aspetti possiamo dire che la partita vera e propria comincia adesso. La manifestazione ha sfondato (a livello regionale) il muro di silenzio con cui amministratori e signori del cemento e del profitto hanno coperto il progetto per anni. Diverse associazioni finora silenti hanno preso una chiara posizione contro il tunnel del Brennero e il TAV di cui fa parte. Il materiale informativo comincia ampiamente a circolare.
Le reazioni dal lato dei promotori del TAV erano scontate: “Protesta importata da fuori; pochi gli altoatesini; questi signori potevano stare a casa, tanto l’opera si farà, eccetera”. Per altre forze politiche la manifestazione, essendo senza partiti, non era “unitaria”, era “prematura”, quando non addirittura nociva per la popolazione delle valli.
Di fronte ad un’opera che coinvolge direttamente gli abitanti di tre Stati, due lingue e varie province (tre solo in Italia, senza parlare dell’intero corridoio 1 Berlino-Palermo), risulta difficile dire “è un problema delle nostre valli”. Tralasciando il fatto che per un’umanità libera e ostinata ogni montagna sventrata dovrebbe essere un’offesa, persino l’amico di Messina che ha parlato in piazza poteva rispondere al presidente Durnwalder che si trattava, in senso stretto, di “affari suoi”.
A chi ha accusato gli abitanti delle valli di farsi raggirare dai NO TAV, il comitato STOP-BBT di Prati di Vizze (l’unico comitato della Val d’Isarco, ma già questa settimana ne nascerà un altro) ha così risposto: “Alla manifestazione di sabato 10 marzo a Bolzano, nonostante le allarmistiche notizie precedenti l’evento non abbiano favorito un maggiore coinvolgimento locale, noi eravamo presenti. Il comune denominatore della nostra iniziativa civica, che raccoglie persone di entrambi i gruppi linguistici, ambientalisti, soci dell’AVS e del CAI, contadini, consiglieri comunali votati nella lista della SVP e persone che mai prima d’ora si erano occupate di politica, è il rifiuto del tunnel di base del Brennero. Per il raggiungimento del nostro fine uniremo la nostra forza con quella di Cittadini di diverse comunità, province, regioni e stati, che pacificamente vorranno lottare per questo scopo: STOP-BBT!”.
L’obiettivo della manifestazione era quello di far capire che il progetto è ben più ampio del “solo” tunnel di base (55 km di galleria tra Innsbruck e Fortezza), di modo da ampliare l’opposizione e far capire al contempo agli abitanti dei primi paesini toccati dai lavori che non sono soli. Le iniziative in programma sono numerose.
Un aspetto molto positivo è che l’associazione austriaca che da anni si batte per il contingentamento dei tir – la Transitforum – ha dichiarato il proprio apprezzamento per il corteo, ha ribadito che il tunnel non risolverebbe il problema del traffico e ha lanciato la proposta di una grande manifestazione al Brennero – dove ogni anno l’autostrada viene bloccata da qualche migliaio di persone – che unisca i NO TAV/ KEIN BBT e i NO TIR. Allora sì che per i signori dell’Alta Voracità comincerebbero i problemi.
La prospettiva è quella di mettersi di traverso per impedire quest’opera inutile e devastante. E gli scavi per il cunicolo pilota si avvicinano. Nel ringraziare tutti quelli che hanno partecipato alla giornata del 10 marzo, possiamo solo dire che ce la metteremo tutta.

GRUPPO NO TAV/ KEIN BBT DI BOLZANO
noeurotunnelnotavbz@libero.it
approfondimenti:
www.ambientesalute.org


14.3.07


montaggio di G8

Terminato il video dell'uscita e (soprattutto) del rientro nella palazzina Ex Zuffo dopo il tradimento delle promesse da parte del sindaco Pacher! Il Centro Sociale Bruno torna a vivere...

Sabato 17 - Pippi Langstrumpf - dj set

Pippi Langstrumpf, nata Chiara Nicoletta Consuelo Iole Fumai a Roma da un’eccentrica attrice, cresce da buona riot grrl all’interno della scena post-punk italiana, suonando noise e sfogliando fanzine. La vera svolta verso l’elettronica giunge all’ascolto del primo Drexciya. Ispirata dall’ironia dei Jollymusic e dalla parte buia della Clone Records, ora mixa discomusic italiana, electro e oldschool techno, il che svela anche il suo interesse per i film horror e i vinili anni 80. Il suo stile è semplicemente diverso, con un delicato tocco di humor. Visita il suo myspace

Ascolta un suo djset!







Ruolo e potenzialità dei centri sociali nella società contemporanea

Incontro pubblico a sostegno del CSO Bruno

Giovedì 15 marzo 2007 ore 18.00

Coordinamento Universitario presenta:
"Ruolo e potenzialità dei centri sociali nella società contemporanea"

c/o Facoltà di Sociologia, Piazza Venezia, aula 103 piano



Incontro pubblico con:
Dottor Carlo Genova (Università di Torino), autore di “Liberi Tutti. Centri sociali e case occupate a Torino” (Ananke ed. 2002)
Attivist* del Centro Sociale Bruno di Trento per raccontare l’esperienza dello spazio liberato presso l’ex Zuffo.

Movimenti; Centri sociali e case occupate a Torino come soggetti nell’area dei autoproduzioni,siti Internet, riviste, mailing list, ma anche concerti, proiezioni, eventi, manifestazioni politiche e culturali. Questi gli oggetti di una realtà comunemente poco conosciuta. La ricerca parte dall’ipotesi generale che i centri sociali si avvicinano al modello di movimento sociale di Touraine. Luigi Berzano è titolare della cattedra di Sociologia Generale presso la facoltà di scienze Politiche dell’Università di Torino. Renzo Gallini è il responsabile dell’Osservatorio del mondo giovanile del Comune di Torino. Carlo Genova, laureato in Filosofia Morale, è studioso del pensiero socialista e anarchico.


12.3.07

Lettere di solidarietà al Centro sociale Bruno

Area ex Zuffo anche per noi

Siamo volontari del gruppo Emergency, pur non essendo direttamente coinvolti nella questione, vorremmo esprimere una riflessione in merito alle discussioni delle ultime settimane sul Centro Sociale Bruno all’area ex Zuffo.Il mondo del volontariato e dell’associazionismo trentino è una ricchezza per il nostro territorio e in alcuni settori, come per esempio nel sociale, svolge un ruolo importante e talvolta fondamentale; una forza e un potenziale che, secondo noi, è nell’interesse di tutti cercare di sostenere.
Noi pensiamo che una struttura in città, ovviamente legalmente autorizzata e riconosciuta, in cui varie realtà possano condividere spazi e strumenti, mantenendo ciascuno la propria assoluta autonomia e identità, sarebbe un’opportunità utile e costruttiva; potrebbe essere di stimolo alla realizzazione di eventi e iniziative specifiche organizzate anche con la collaborazione tra queste diverse realtà, con il risultato di un’offerta – sia in ambito culturale/ricreativo che in quello della solidarietà verso persone in stato di bisogno (localmente e non solo) - più ampia e varia a vantaggio di tutta la comunità. Forse la palazzina nell’area ex Zuffo potrebbe essere utilizzata a questo scopo. Pertanto, qualora venisse raggiunto un accordo tra Csa Bruno e le istituzioni, noi saremmo interessati a condividere questi spazi con loro e con altri, ed a future possibili collaborazioni con chi fosse disponibile, per determinate iniziative.
Gruppo Emergency - Trento

(da L'Adige e Il Trentino, 12 marzo 2007)
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Csa Bruno, un’esperienza che vogliamo condividere

L’associazione Cachisagua è una piccola associazione di volontariato che da qualche anno opera nella realtà trentina per sostenere l’educazione e lo sviluppo di una comunità indigena sulle Ande ecuadoriane. Da un po’ di tempo stiamo seguendo gli sviluppi dell’occupazione della palazzina ex Zuffo e ci sembra opportuno esprimere un nostro giudizio a tal proposito. Per molte associazioni che operano nel settore del volontariato sarebbe una magnifica opportunità poter contare su un valido apporto logistico per poter continuare nell’opera di sensibilizzazione e nella promozione dei vari progetti che esse sostengono. Pensiamo che uno spazio come quello della palazzina ex Zuffo, ufficialmente e legalmente riconosciuto, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per poter instaurare una sorta di collegamento fra le varie associazioni e per costruire un dialogo aperto a tutta la comunità trentina, in considerazione anche del fatto che il lavoro svolto fino ad ora dal gruppo “csa Bruno”, sia in ambito culturale, sia in ambito sociale, ci sembra molto positivo.
Associazione Cachisagua

(da Il Trentino, 12 marzo 2007)

Da Bolzano a Vicenza - Ribellarsi è giusto!

Global Project Trento
Sabato 10 marzo, alle ore 14.00, si è tenuta a Bolzano una manifestazione contro il progetto di linea ad alta velocità Monaco-Verona- di cui fa parte il tunnel del Brennero - organizzata dai gruppi No Tav di Trento e Bolzano.
" In Val di Susa come a Vicenza, a Scanzano come a Venezia, a Messina come ai Giovi, difendere le nostre montagne ed i nostri territori significa anche difenderci da un modello di sviluppo insostenibile, significa difendere il nostro presente ed il futuro dei nostri figli, significa auto organizzarci per riprenderci la possibilità di decidere in prima persona, significa sperimentare nuove forme di vita quotidiana, consapevoli – come la vita nei presidi ci ha insegnato – che il mondo si cambia a partire dall’esistente, dalla condivisione, dalla comunione degli affetti e dalla solidarietà delle lotte. La mobilitazione del 10 marzo a Bolzano – che vuole essere pacifica, colorata, rumorosa e senza bandiere di partito – sarà il primo passo per rilanciare con forza, anche al Brennero, l’opposizione all’alta velocità. Ribellarsi è giusto!".

La cronaca di Federico Zappini del Cso Bruno di Trento ed il commento della giornata dalla voce di Licia Lafarina dell’assemblea premanente contro il Dal Molin (presente con una massiccia delegazione alla manifestazione).


[ audio ]

10.3.07

Bolzano - Manifestazione NO TAV / KEIN BBT

...anche al Brennero, fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi!

Global Project Trento

Galleria di immagini della manifestazione: più di 1000 persone al corteo NO TAV /KEIN BBT

Sabato 10 marzo ’07

Ritrovo ore 14 in piazza Mazzini a Bolzano. Per chi arriva in treno, ritrovo ore 13.30 in stazione FS a Bolzano. Al termine della manifestazione, alle ore 17.30 circa, si svolgerà un’assemblea del Patto nazionale di mutuo soccorso.

“Se e’ il nostro modo di vivere e di consumare che ci porta ad una scelta obbligata, non bisogna mettere in discussione ciò che questa strada ci offre, ma la strada stessa”.

Quando sentiamo parlare di TAV, pensiamo subito alla Val Susa e al movimento di opposizione delle sue popolazioni per la difesa del proprio territorio; sarà anche per questo che in Trentino-Alto Adige i promotori del TAV hanno sempre parlato invece di “quadruplicamento” della linea storica, perché parlare di TAV significa evocare spettri di strenua resistenza popolare e di una devastazione ambientale annunciata. Tecnici e amministratori lavorano da anni sul progetto nel più assoluto silenzio, senza che gli stessi abitanti delle zone coinvolte abbiano avuto la possibilità di rendersi conto dell’entità di questa ennesima grande opera. A pochi mesi dall’inizio dei lavori, pochi ancora sanno che quella che si vuole realizzare tra Verona e Monaco è in realtà una nuova linea ad alta velocità/alta capacità, a sua volta parte del c.d. corridoio 1 che dovrebbe collegare Palermo con Berlino passando per il Ponte sullo stretto di Messina. Le dimensioni del progetto, che prevede la realizzazione di un tunnel di base di 56 km tra Fortezza ed Innsbruck del tutto simile a quello che si vorrebbe costruire tra Venaus e Saint Jean de Maurienne, sono, ancora una volta, semplicemente deliranti: un totale di oltre 240 km di gallerie tra le montagne (visto che le valli interessate dal progetto sono già occupate da un’autostrada, una statale, una ferrovia a doppio binario ed un fiume), 15 milioni di metri cubi di materiale inerte prodotto dagli scavi, quasi 5 miliardi di euro di spesa per il solo tunnel di base, il 2030 come folle traguardo per la fine dei lavori. Gli impatti sull’ambiente sarebbero altrettanto devastanti: danni irreversibili alle falde acquifere, montagne sventrate, perdita di terreno agricolo, cantieri, discariche, emissioni nocive, polveri, per almeno vent’anni di lavori.
A fronte di uno scenario del genere e di un’opera di queste dimensioni, le motivazioni addotte dai promotori per giustificarne la realizzazione si sono rivelate, una dopo l’altra, inconsistenti: anche qui, come in Val Susa, hanno cercato di farci credere che la linea storica fosse satura, quando in realtà essa è utilizzata al 40% delle sue potenzialità. Si tace sul fatto che l’alto numero di merci che ogni anno in effetti transita dal Brennero è legato in realtà alle basse tariffe autostradali: attuando una politica reale di disincentivazione del traffico su gomma, la Svizzera è già riuscita nell’intento di diminuire drasticamente il numero di Tir transitanti tra le sue montagne e di spostare su ferro una considerevole fetta del suo traffico merci. Evidentemente, in Trentino-Alto Adige manca invece una volontà politica chiara in questa direzione: molto più conveniente, per loro, sventrare le montagne, prosciugare le falde acquifere, perseguire un modello forsennato di sviluppo che risponde solo ai loro interessi e che lega, in una macabra danza di collasso planetario, la folle corsa delle merci da una parte all’altra d’Europa alla delocalizzazione delle industrie, alla precarizzazione del lavoro e dell’esistente, fino all’incenerimento finale dei rifiuti. Rifiuti di quelle stesse merci che, grazie all’Alta Velocità, hanno girato mezzo mondo, per poi venirci restituite sotto forma di diossine. Vogliamo veramente vivere in una valle trasformata in un corridoio di servizio per le merci?
Se chiaramente ormai ci appare quale sia la logica che si cela dietro il folle progetto dell’Alta Voracità, è allora nostro compito opporci. Se chiaramente ci appare come le varie nocività che tentano di imporci – inceneritori, impianti di risalita, rigassificatori, grandi opere, basi di guerra – sono legate fra loro in un vero e proprio sistema di devastazione, è allora vero che l’Italia stessa si è trasformata in un grande cortile che tocca a tutti noi custodire. In Val di Susa come a Vicenza, a Scanzano come a Venezia, a Messina come ai Giovi, difendere le nostre montagne ed i nostri territori significa anche difenderci da un modello di sviluppo insostenibile, significa difendere il nostro presente ed il futuro dei nostri figli, significa auto organizzarci per riprenderci la possibilità di decidere in prima persona, significa sperimentare nuove forme di vita quotidiana, consapevoli – come la vita nei presidi ci ha insegnato – che il mondo si cambia a partire dall’esistente, dalla condivisione, dalla comunione degli affetti e dalla solidarietà delle lotte. La mobilitazione del 10 marzo a Bolzano – che vuole essere pacifica, colorata, rumorosa e senza bandiere di partito – sarà il primo passo per rilanciare con forza, anche al Brennero, l’opposizione all’alta velocità.

Ribellarsi è giusto!

Sul sito www.pattomutuosoccorso.org è disponibile il dossier completo sul TAV del Brennero.


9.3.07

GUAI A CHI CI TOCCA!!!

Nessuno sgomberi il Centro Sociale Bruno

Venerdì 9 marzo 2007 ore 18.00

Via Belenzani, sotto palazzo Geremia.

Andiamo tutti sotto il Comune per difendere un Bene Comune.
No allo sgombero e all'abbattimento del Centro Sociale Bruno!

Ascolta il commento di Federico Zappini - Cso Bruno di Trento
[ audio ]


8.3.07

Le donne in piazza contro la guerra

Festa delle donne? Ma quali mimose...
oggi è un giorno di lotta


Global Project Trento
Quest’oggi, 8 marzo, le donne contro la guerra di Trento sono scese in presidio in piazza pasi aderendo all’appello lanciato dalle donnne vicentine contro il Dal Molin.
"Siamo vicine alle donne di Vicenza che si oppongono alla base militare Dal Molin, vicine a tutte le donne che sono contro la guerra, per ricordare che la guerra non è solo quella che si combatte al fronte, ma è anche quella che obbliga le donne a migrare; a vendersi; che non ci dà la libertà di poter girare tranquillamente la notte da sole; che ci relega in ruoli lavorativi precari e senza diritti; che fa avvenire le violenze tra le mura domestiche."


Il resoconto di Caterina e Mavi del Csa Bruno
[ audio 1 ]
[ audio 2 ]

galleria d’immagini

vedi anche lo speciale

"8 Marzo 2007 : iniziative No War e mobilitazioni No VATican"


FESTA DELLE DONNE?? MA QUALI MIMOSE!

Accogliamo l’appello delle donne di Vicenza ad essere in piazza per l’8 marzo e caratterizzare questa giornata contro tutte le guerre.

A Vicenza si sta lottando per impedire la costruzione della base militare USA più grande d’Europa, da dove dovrebbero partire i contingenti per l’Iraq, l’Afghanistan e futuri teatri della guerra globale permanente. Il movimento contro la base è enorme e trasversale: una anomalia straordinaria è che le donne nei comitati sono numerose, la loro partecipazione è determinante, e insieme al resto della popolazione si oppongono alla militarizzazione del loro territorio. Rifiutano di crescere i loro figli in una città dominata dalla presenza militare, rifiutano di pensare a questa presenza come ad un fatto "normale", rifiutano di confrontarsi quotidianamente con una mentalità di morte e distruzione.
Anche noi abbiamo partecipato alle immense manifestazioni di piazza a Vicenza e con loro abbiamo condiviso lo sdegno e la rabbia. Il dal Molin non riguarda solo la città di Vicenza: le servitù militari e una pesante irruzione delle logiche e presenze della guerra nelle nostre vite ci riguarda tutt*, ed è per questo che siamo in questa piazza oggi.
Siamo qui per affermare la nostra contrarietà alla guerra globale permanente, di cui la costruzione del dal Molin rappresenta una sfaccettatura. Di questa guerra si dice che sia necessaria: che sia l’unico modo per esportare democrazia, per diffondere il modello occidentale di sviluppo, per sconfiggere il terrorismo.
La retorica della liberazione delle donne è stata usata per giustificare soprattutto la guerra in Afghanistan: pur essendo vicine alle donne oppresse da regimi patriarcali, siamo indignate che ancora una volta si utilizzi strumentalmente il corpo delle donne per esportare morte e conquistare potere e denaro.
Sappiamo che le guerre "totali" contemporanee fanno per l’80% vittime civili, e che la maggioranza di queste sono donne e bambini. Inoltre in una situazione di disgregazione totale della società civile, aumentano per le donne i rischi a cui sono comunque esposte anche in tempi di pace, come quelli di violenza sessuale e domestica.

Non possiamo accettare di vivere in un mondo dove ormai si rimane indifferenti ai quotidiani scempi delle guerre. Dove si esporta la legge del più forte noi non possiamo che opporci e rivendicare la potenza della solidarietà e della cultura di pace. La solidarietà passa dall’appoggiare progetti e lotte di cui condividiamo i fini e metodi con aiuti culturali (libri, materiali) e finanziari; dal fare informazione a casa nostra; dall’attiva messa in gioco dei nostri corpi sfruttando i privilegi dell’avere la pelle bianca e un passaporto europeo (per chi di noi possiede queste caratteristiche)

…come dicono le vicentine,
difendiamo la terra per un futuro senza basi di guerra!

In alto la mia banda di fronte a tanta merda

Questa è la prima scritta stampata su carta e incollata sulla facciata del Bruno.
Vogliamo che ce ne siano tante, tutti i pensieri che circolano al Bruno.
Invitiamo tutti a partecipare, così da coprire l'intera parete.
Se si tratta di una citazione riporta l'autore!

Inoltre si sta finendo di colorare plinti e la grande colonna di cemento del viadotto di rosa shocking.
Sulla colonna c'è una cornice che potrebbe ospitare un' immagine di 3,80 x 3,10 m. in bianco e nero.
Mandate le vostre idee!

lista proposte:
Chris
Motototo
Kandy Kandy
Fabrye
Fede
Marco
Manuel

Suggerimenti tramite i commenti o via mail.

6.3.07

Programma musicale Marzo 07

Mercoledi 07.03.’07 ore 18.00
Pinkadelica
Rage- Dj set - ’80s
Dalle 18 si coloreranno colonne e plinti di rosa

Sabato 10.03.’07 ore 22.00
LIVE@Bruno
The Hutchinson (Wallace Records) - Psychedelic / Funk / Rock
zEitblom (Torino) - Indie / Alternative

Mercoledi 14.03.’07 ore 22.00
Hip Hop Night
Trento Massive - Freestyle / Breaking /Djing

Sabato 17.03.’07 ore 23.00
Lobbysound Night
PIPPI LANGSTRUMPF - Dj set Electro / Techno / Disco

Mercoledi 21.03.’07 ore 22.00
∂ƒ∞∆ª
Tired Boy - Dj set

Sabato 24.03.’07 ore 23.00
Moonday Night
DJ TABI (Bruxelles) - Dj set Electro

Mercoledi 28.03.’07 ore 22.00
Dance Hall Night
Dj Down Beat - Dj set

30/31 Marzo e 01 Aprile
Global Meeting
Tre giorni di incontro e approfondimento per costruire collettivamente conoscenza, pensiero, progetti dentro e contro l’Impero.
Centro Sociale Rivolta - Marghera - VE
info 3473242667

4.3.07

Sgomberiamo le menzogne, difendiamo il Centro Sociale Bruno

Lunedì 5.03.'07 ore 20.00:
Assemblea pubblica contro lo sgombero e la demolizione del Csa Bruno

Quello che ho detto ho detto. E qui lo nego

Questa celebre frase di Totò calza a pennello al Sindaco Pacher e al suo comportamento. Questo non è più il tempo di nascondersi dietro falsi problemi tecnici - che si sono rivelati tutti superabili -, dietro inaccettabili proposte alternative, dietro il colpevole temporeggiare dell’amministrazione.
Questo è il momento di fare chiarezza. Di sgomberare le menzogne. Una volta per tutte.
Dovremmo forse spendere ancora parole per spiegare come ogni ostacolo posto all’utilizzo dello stabile Ex - Zuffo è stato puntualmente smontato grazie all’intervento di ingegneri, avvocati e tecnici preparati. Ad ogni bugia dell’amministrazione abbiamo contrapposto la chiarezza delle nostre risposte.
Oggi però vogliamo soffermarci sulla madre di tutte le menzogne pronunciate dal Sindaco Pacher.
Il 31 dicembre 2006 ci diceva di lasciare le nostre cose all’interno del Centro Sociale Bruno per rientrarci in poche settimane legalmente con un contratto di comodato. A garantire questo accordo c’era la sua parola. Il 1° marzo 2007 ha dimostrato che infimo valore ha in realtà questa parola.
Ha chiarito che la palazzina che ospita il Centro Sociale Bruno deve essere sgomberata e abbattuta. Vorrebbe ridurre un’esperienza di partecipazione culturale, politica e sociale ad un cumulo di macerie.

L’unica cosa che dobbiamo sgomberare sono le menzogne del Sindaco Pacher.
Difendiamo il Centro Sociale Bruno dallo sgombero e dalla demolizione.

Leggi l'intero memoriale
ascolta l'intervento



Global Project Trento

3.3.07

Dal Trentino del 3/3/2007: I Disobbedienti occupano anche palazzo Thun

TRENTO. Per due ore e mezza hanno occupato il poggiolo di palazzo Thun - incatenandosi - per dire no allo sgombero dell’ex Zuffo e per chiederDae un impegno concreto al sindaco. Dopo una lunga trattativa (che ha visto impegnati il presidente del consiglio Alberto Pattini, il segretario di Pacher, Lorenzo Andreatta e il sostituto procuratore Paolo Storari) i Disobbedienti sono scesi con una promessa: venerdì incontreranno il primo cittadino per un faccia a faccia sul futuro del centro sociale.

Il blitz è scattato alle 17. I Disoobedienti, armati di una lunga scala artigianale, sono sbucati in via Belenzani da vicolo Colico e hanno puntato direttamente su Palazzo Thun. Nemmeno il tempo di capire quello che stava succedendo e in cinque erano già saliti sul poggiolo in marmo sul quale si affaccia la sala consiliare. Uno striscione per far passare il messaggio «sgomberiamo le menzogne» e poi un megafono per dar voce alle loro ragioni.
«Ci opponiamo - ha spiegato Federico Zappini - all’abbattimento dell’ex Zuffo, c’è bisogno di un posto di confronto e «Bruno» fino ad ora lo è stato. Questo è il momento di fare chiarezza. Il 31 dicembre 2006 Pacher ci diceva di lasciare le nostre cose all’interno del centro sociale per rientrarci legalmente poche settimane dopo. A garantire quest’accordo c’era la sua parola. Il 1º marzo ha chiarito che la palazzina che ospita il Csa deve essere sgomberata e abbattuta. Vorrebbe ridurre un’esperienza di partecipazione culturale, politica e sociale ad un cumulo di macerie». Con un avvertimento.
«Siamo pronti ad opporci all’abbattimento dell’ex Zuffo anche sbarrando la strada alle ruspe». In poco tempo arrivano le forze dell’ordine: vigili urbani, polizia e carabinieri. Avvertito, arriva anche il presidente del consiglio Pattini che è il primo a salire sul poggiolo (passando dalla sala e non con la scala artigianale) e tentare una mediazione. Offre ai ragazzi che sia la conferenza dei capigruppo in agenda per lunedì ad occuparsi della vicenda ma la proposta viene rifiutata.
«E’ il sindaco che deve decidere - spiegano i Disobbedienti - e il consiglio ha già votato a favore dello sgombero». C’è la mediazione della polizia ma l’unico mediatore che viene richiesto a gran voce è il sindaco. Che si nega. Manda a dire di essere fuori città. Poi arriva Lorenzo Andreatta il suo segretario. Anche lui è sul poggiolo. Ascolta le parole dei 5 rappresentanti e poi si chiude in una stanza a telefonare. «Abbiamo chiesto - viene spiegato al centinaio di persone che sono in via Belenezani - una dichiarazione formale di Pacher che blocchi lo sgombero e la demolizione». La dichiarazione, però non arriva ma i Disobbedienti non si agitano. Sono decisi: fino a quando non avranno ottenuto qualcosa staranno lì, sul poggiolo. L’ultimo mediatore è il sostituto procuratore Paolo Storari, il magistrato che ha anche in mano il fascicolo sull’sgombero dell’ex Zuffo. Un’ora di confronto con tanto di decisione da parte dell’assemblea (una cinquantina di ragazzi del centro sociale) e alla fine l’occupazione finisce.
L’appuntamento è per venerdì, all’incontro con Pacher.

Mara Deimichei

2.3.07

Sgomberiamo le menzogne: gli attivisti del Bruno occupano la sede del comune

Trento - Resistere paga!

Ore 20.00 - Dopo diverse ore di occupazione in cui gli attivisti del centro sociale Bruno sono rimasti incatenati al balcone del comune esponendo lo striscione che denuncia le menzogne del Sindaco Pacher è stato annunciato il blocco momentaneo dello sgombero e fissato un incontro per venerdì prossimo.

Ore 17.00. Gli attivisti del Centro sociale Bruno salgono con una scala appoggiata alla parete esterna di Palazzo Thun nella sede del Comume e si incatenano al balcone. Altri attivisti dalla via sotto il palazzo volantinano e comunicano con la città. "Sgomberiamo le menzogne - recita lo striscione - quelle del sindaco Pacher e della sua giunta sul futuro dell’ex area Zuffo".

La giunta comunale (di centro-sinistra) ha infatti sciolto ogni dubbio sul futuro di quell’area rivelando la falsità delle sue affermazioni nei mesi scorsi: la palazzina che ospita il Centro Sociale Bruno deve essere sgomberata e abbattuta. "Si vorrebbe cioè ridurre un’esperienza di partecipazione culturale, politica e sociale ad un cumulo di macerie: noi ci opporremo in ogni modo possibile: difendiamo il c.s.a Bruno". Con queste parole nel pomeriggio di venerdì 2 marzo gli attivisti del centro sociale (rioccupato il 21 febbraio dopo una breve parentesi di attività all’interno di un autobus parcheggiato di fronte al centro sociale) sono entrati nella sede del Comune e si sono incatenati denunciando le reiterate menzogne del Sindaco Pacher.

L’appuntamento è per questa sera: cena ghanese al Centro Sociale Bruno in preparazione della partenza per la manifestazione di Bologna di domani sabato 3 marzo.


leggi il volantino che promuove l’assemblea di lunedì 5 al Csa
galleria d’immagini
leggi l’intero memoriale che mette in luce le menzogne del Sindaco Pacher
rassegna stampa

Global Project Trento

1.3.07

dal Trentino del 1.03.'07: Imminente lo sgombero all’ex Zuffo

TRENTO. L’edificio all’ex Zuffo sarà abbattuto per farne un centro giovanile di aggregazione, «di sicuro non ne ricaveremo venti posti auto», ha spiegato ieri il sindaco Alberto Pacher. «Vogliamo partire velocemente, ne abbiamo già parlato con l’assessore Pegoretti affinché vengano trovate le necessarie risorse». Attualmente l’edificio è occupato dai Disobbedienti del Centro sociale autogestito Bruno. L’amministrazione comunale pensa ad un centro giovanile, libero, («lo immagino senza la presenza di un educatore», ha detto il sindaco per rendere l’idea), che sarà costruito sulle macerie del caseggiato. «Non faremo altri parcheggi, ce ne sono già mille lì, non ne servono altri». Tutto questo mentre si attende il responso della magistratura, che dopo la denuncia del Comune per occupazione abusiva di un edificio municipale, dovrà procedere al sequestro dell’edificio: spetterà quindi alla magistratura liberare il bene. Prossimamente l’area ex Zuffo sarà potenziata con un baretto, un’edicola e un centro manutenzione per le automobili.