Proprio per il carattere nuovo, strutturale e al tempo stesso globale di questa crisi, nessuno può pensare che il territorio nel quale viviamo ci possa proteggere perché “piccolo” o perché abbia già sviluppato degli anticorpi tali da non subire la portata dei suoi effetti collaterali. In questo scenario, non apocalittico ma reale, che interroga tutti e ci parla di un presente che non fa intravedere un futuro migliore, sono necessari come l’aria buona luoghi dove poter immaginare, e costruire, un'altra società, altri modelli di sviluppo e di consumo.
E’ partendo da questo ragionamento collettivo, che identifica i centri sociali come dei luoghi dove resistere alla crisi e contemporaneamente dei beni comuni da costruire e innovare continuamente, che in questi giorni ci apprestiamo a riaprire “il Bruno” con cinque giornate ricche di appuntamenti. Arte, musica, cultura, mercato a km0, cinema, laboratori per bambini, buon cibo, animeranno gli spazi occupati di via Dogana per festeggiare quattro anni di vita vissuta tra lotte e sogni, desideri e concretezza, ma soprattutto per festeggiare un’idea che ha saputo radicarsi nel tessuto sociale della città fino a divenire una ricchezza imprescindibile.
Un bene comune, appunto, costruito da tutti coloro che sulla scia del movimento di Genova hanno voluto camminare insieme per dare vita a un'alternativa autonoma e libera, dove sperimentare percorsi di indipendenza - dalla produzione culturale e artistica a quella alimentare, fino a immaginare quella energetica - in una città che di luoghi vivi e pulsanti non ne avrà mai abbastanza.
Dal Centro sociale Bruno continuiamo il nostro cammino trasparenti, allegri e in movimento come l’acqua, pronti a raccogliere questa nuova sfida anche di fronte alla (s)vendita dello stabile che finirà in mano alla Cooperazione Trentina, certi che la nostra esperienza maturata attraverso l’incontro di generosità e intelligenza, di cooperazione e mutualismo, di corpi e creatività sarà in grado di affrontare con dignità e determinazione qualsiasi ostacolo le si ponga davanti.
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