18.12.06

l'Adige del 18.12.'06: Il vino è come la Coca-Cola, articolo su Autoktoni

Trento, all'ex Zuffo s'è parlato di tutela della cultura locale.

"Il vino è come la Coca-cola, commercializzato in tutto il mondo a basso prezzo e senza qualità." E' la provocazione di Mario Pojer grande viticoltore intervenuto ieri al dibattito sulla tutela della cultura locale al centro sociale autogestito all'ex Zuffo di Trento. Pojer ha poi attaccato la Cooperazione: "I viticoltori trentini sono stati abbandonati anche dalla Cooperazione, che ha scelto di commercializzare vini e latte che non provengono dal Trentino".

di IRENE VIOLA
Sotto la stella dell'orso Bruno il centro sociale autogestito all'ex Zuffo ha voglia di crescere e di confrontarsi con tematiche inusuali. Ieri pomeriggio ha riunito produttori vinicoli, politici, militanti e sindacalisti per l'incontro "Autoktoni, atto primo", sul tema della salvaguardia di realtà produttive trentine specifiche che mirano a tutelare prodotti tipici ma anche storia, cultura, idee, conoscenze, luoghi e persone, confrontandoli con l'omologazione imposta da un'economia sempre più globalizzata. "Un tema non solo caro alle destre" ha commentato Stefano Bleggi "ma con cui vogliamo confrontarci, perchè il centro sociale è innanzitutto aggregazione e spazio di discussione". Moderato dal giornalista Walter Nicoletti nella sala convegni stipata di pubblico, si è ricordato che la specificità trentina non è quella dell'autonomia ma quella alpina, un punto di riferimento fondamentale che non bisogna mai dimenticare perchè con quello ci si deve confrontare. Per Walter Micheli, politico, "il Trentino è sempre stato terra d'andirivieni, immigrazione nei periodi di benessere, emigrazione quando il territorio era afflitto da carestie, disastri naturali e guerre". Secondo l'ex vicepresidente della Provincia "la carta vincente è stata la solidarietà, socialista e cattolica, che ha introdotto regole di vita comunitaria, usi civici, cooperative, senza la quale oggi interi territori (Sagron Mis, Valfloriana) sarebbero abbandonati o fortemente depressi". "Oggi - ha proseguito - il mercato accentua la competitività, ma falliremo se non riusciamo a mantenere una rete di solidarietà per assicurare a tutti un minimo di benessere". E' intervenuto anche Mario Pojer, viticoltore, paragonando il vino alla Coca-cola, "commercializzato in tutto il mondo a basso prezzo e senza qualità. I viticoltori trentini - ha commentato - sono stati abbandonati anche dalla Cooperazione, che ha fatto delle scelte ben precise, commercializzando vini e latte che non provengono dal Trentino. Ai contadini un kg d'uva frutta 1,30 euro, non parliamo del latte". Mario Zambarda, sindaco di Lasino, racconta la sua esperienza di viticoltore particolare. Nella mia azienda - spiega - ho scelto di coltivare il negrara, il groppello, vitigni autoctoni adatti ad ambienti montani e che limitano il degrado del territorio, che riportano in vita le nostre tradizioni. Coltivare il merlot non dà questa soddisfazione. Per Sergio Valentini, slow food, "tutelare il cibo e i sapori è tutelare noi stessi". "Il problema - spiega - è riconoscere la qualità, e un prodotto è di qualità quando non sfrutta la terra e tratta in modo equo i contadini che lo producono. E l'omologazione si combatte anche con il recupero delle tradizioni più genuine". La chiusura tocca a don Vittorio Cristelli che ha ricordato gli anni del '68 e la grande partecipazione dei giovani. "La globalizzazione permette di accedere alle informazioni, ma ha rinfocolato il problema delle identità, - ha detto - perchè le logiche d'azione vengono decise sempre altrove. In realtà solo l'economia si è globalizzata mentre tutto, anche i bambini, il sangue e le identità, sono diventate merci".

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