22.12.06

Fantacalcio? Il CSA Bruno propone una sfida calcistica al Consiglio comunale

"È dall’ironia che comincia la libertà" (V. Hugo)

Sui giornali di qualche giorno fa la notizia della sfida calcistica tra consiglieri e segretari comunali ha suscitato molto interesse. Vedere il sindaco sudaticcio e affannato, il vicesindaco rubicondo per la fatica, scorgere il polpaccio “rivoluzionario” e peloso di qualche consigliere, agli occhi dei cittadini fa risultare la politica più simpatica e trasforma i ruoli impettiti dei suoi rappresentanti in persone comuni.
Poi si sa, lo sport fa bene al cuore, le sfide sono terapeutiche perché proiettano frustrazioni e incazzature all’interno di “regole del gioco” da tutti condivise e il calcio è lo sport popolare per eccellenza.
Due colpi al pallone non si negano a nessuno: dalla partita aziendale “scapoli-ammogliati” di fantozziana memoria alle Partite del cuore.
Per questo facciamo una proposta al “Consiglio Comunale F.C.”: sfidiamoci a calcio. Quello di strada, sull’asfalto dell’ex Zuffo (per l’occasione ci impegniamo a chiedere regolarmente l’occupazione di suolo pubblico) con le regole della FIGC.
Arbitro potrebbe essere Carmelo Lentino, a suo modo ha fatto politica pure lui. Guardalinee e moviolisti il nostro gruppo di garanti: don Ivan Maffei, Donata Borgonovo Re, Sandro Schmid e Antonio Rapanà. C’è il problema delle docce, manca l’acqua e la luce; ma se l’Amministrazione vuole per quel giorno potrebbe concedere questi preziosi servizi.
L’ambulanza non serve, non ci faremo male: qualche possibile escoriazione potrà essere amorevolmente curata dall’assessora Plotegher che non si sarà certo scordata la sua missione principale, quella di medico. E nemmeno il defibrillatore servirà: la tempra dei consiglieri non sarà certo scalfita da un’ora di partitella.
La nostra squadra sarà multietnica, ovviamente. Tre “perle nere” ghanesi, un roccioso difensore macedone e sans-papier, un’ala funambolica egiziana. Avremo ultrà e cheerleaders. Noi ci giochiamo il Centro sociale. Voi la sua legalizzazione.
Trenta minuti per tempo. Sette contro sette.

CSA Polisportiva Bruno

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Dal Trentino del 20.12.'06 la risposta del Sindaco Alberto Pacher

TRENTO. Alla sfida-provocazione dei Disobbedienti («Giochiamoci a calcio la palazzina ex Zuffo») il sindaco Pacher risponde gelido: «Non si può ratificare un atto di prevaricazione. Così com’è, quest’esperienza finirà». Ma la proposta lanciata dal centro sociale Bruno è già un caso. Il centrodestra attacca: «Grave provocazione, un oltraggio che il Comune non abbia ancora fatto sgomberare l’area». Dal fronte opposto Tommaso Iori (Rifondazione) incalza: «L’amministrazione non ha il coraggio di affrontare la questione e sbaglia a relegarla a un problema di ordine pubblico».
Questa storia di giocarsi con una partita a calcetto - Disobbedienti contro consiglieri comunali - la palazzina di piazzale Zuffo occupata da due mesi, ha scatenato un mezzo putiferio. Il solo a prenderla con ironia è il presidente del consiglio Alberto Pattini, commissario tecnico di palazzo Thun: «La squadra è impegnata fino al 2010. Dopo la splendida performance di due settimane fa contro i segretari comunali è molto contesa». Poi però anche il ct si fa serio: «La legge è uguale per tutti, se avessero occupato una casa privata sarebbero già nei guai. L’istituzione non può legittimare un’occupazione». Pacher preferirebbe di gran lunga non commentare. «Non si può scendere sul piano del gioco - si limita a dire prima di entrare in consiglio - alcuni di loro hanno scelto la strada peggiore, non si può ratificare un atto di prevaricazione». Il sindaco conferma che il Comune ha presentato denuncia: «È chiaro che l’esperienza così com’è dovrà finire». Se comincerà in altro modo? «Dipenderà molto da loro». Raffica di reazioni arrivano intanto dal centrodestra. «Una grave provocazione» la giudica il capogruppo di Forza Italia Giorgio Manuali. Vittorio Bridi della Lega mostra il suo tesserino di arbitro: «Ci hanno preso per le scatole. La partita la arbitro io», sbotta infastidito. Il tono non è per niente scherzoso. «Io con questi non gioco», gli fa eco Flavio Maria Tarolli (Udc), mentre il capogruppo di An Antonio Coradello assicura: «Piuttosto giocherei con gli ospiti di via Pilati che per le loro malefatte stanno pagando». Per la Lega parla anche Gabriella Maffioletti, che accusa i Disobbedienti di avere «una bella faccia tosta e un concetto della proprietà pubblica ridicolo e improponibile». Ricorda gli scontri per la visita dell’ex ministro Moratti, la protesta contro il gazebo del Carroccio in Centro storico e quella alla festa della polizia al Teatro Sociale. E promette: «Dopo i presepi, l’ex Zuffo diventerà la nostra priorità se il sindaco rimarrà inerte di fronte al problema». Sul fronte opposto Tommaso Iori. Il cuore del giovane consigliere di Rifondazione batte per gli amici del centro sociale Bruno, che nell’ipotetica sfida a calcio lo vorrebbero in squadra. E lui, il bomber comunale, ammette che sì, se la partita si facesse giocherebbe con loro: «Le mie motivazioni vengono prima dell’appartenenza istituzionale». «Provocazione fino a un certo punto» quella dei Disobbedienti secondo Iori: «Mi sembra più un atto distensivo, sotto Natale ci può stare. La responsabilità dei rapporti tesi con il Comune sono di entrambe le parti, anche delle mancate promesse dell’amministrazione». «La verità - aggiunge - è che si preferisce relegare a questione di ordine pubblico una vicenda che è invece tutta politica. Verso questi ragazzi c’è una diffidenza di fondo, un certo fastidio di Pacher verso tutto quello che è contestazione. Non si rende conto che con questa componente giovane della società è molto meglio rapportarsi, cercare di valorizzarla, piuttosto che far finta di niente». E «Bruno» infatti non si arrende e rilancia: Carmelo Lentino come arbitro, guardalinee e moviolisti il gruppo di garanti don Ivan Maffeis, Donata Borgonovo Re, Sandro Schmid e Antonio Rapanà. «Vedere il sindaco sudaticcio e affannato, il vice rubicondo per la fatica, scorgere il polpaccio rivoluzionario e peloso di qualche consigliere fa risultare la politica più simpatica. Poi si sa, lo sport fa bene al cuore, le sfide proiettano frustrazioni e incazzature dentro regole del gioco condivise».
di Chiara Bert

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