Credo che mai come oggi sia importante ed istruttivo saper fare valere le proprie ragioni, quando queste aiutano a vivere meglio tutti, anche quando queste contrastano con le “Istituzioni”. Mai come oggi le “Istituzioni” (e chi in questo contenitore si riconosce) sono legittimate a farsi legge - nonostante la legge - per la dimostrazione di inadeguatezza e a volte di irritazione, per come si adoperano nei confronti della popolazione più disagiata e indifesa. La contesa in atto tra Comune (Pacher) e i “ragazzi” (ex Tana) che hanno giustamente recuperato (ma quale occupazione?) a miglior uso una casa (ex Zuffo) in disuso restituendole aria e vita e dando luogo a un Centro Culturale dove si incontrano, vite parallele e trasversali, desiderose di capire se c’è un futuro fuori dalle palle della storia e dalle bancarelle di Natale, potrebbe essere occasione di dialogo e non di mediazione che precede lo scontro. E invece siamo all’assurdo che devono intervenire personalità di prestigio per impedire uno sgombero armato. Impedire che il Comune di sinistra (succube della destra) affondi nella vergogna di affossare uno dei rari momenti di sperimentazione e di ricerca, di discussione e di pratica politica, di libera scelta di volontariato giovanile. Disorienta che il sindaco da una parte ne lodi il generoso impegno e contemporaneamente ne condanni l’azione. Come se “fare” significhi solo parlare. Se i giovani di Trento (qualche anno fa) non avessero occupato, il parco di Santa Chiara non ci sarebbe. Se i cittadini di Centochiavi non si fossero mossi al posto del parco ci sarebbe la quarta torre, e così via. Il sindaco dovrebbe applaudire a queste iniziative (tra l’altro fuori dal centro città) perché dopo l’occupazione e sgombero della palazzina Liberty si era impegnato, tramite l’assessora Plotegher, di trovare una soluzione ai problemi dei giovani (non è mai avvenuta). Che i “saggi” facciano pure i mediatori, ma io sto dalla parte dei giovani che occupano la palazzina nell’area ex Zuffo. C’è un diritto dalla loro parte che è frutto del loro impegno ed è quello di essersela guadagna sul campo.
Antonio Marchi
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