10.2.07

dal Trentino: Base Usa, scintille tra no global e Cgil

TRENTO. Mentre la Cgil prepara per il 17 una manifestazione pacifica a Vicenza, i Disobbedienti ne «svelano il tranello». Se il sindacato ha già messo in piedi una spedizione popolare in Veneto servendosi di quattro corriere che partiranno da Trento, Rovereto, Pergine e Riva del Garda sull’altro fronte, i Disobbedienti sottolineano come questa presa di posizione sia solo un ennesimo caso di opportunismo politico. La loro partenza per Vicenza è prevista per sabato alle 8.45 da Trento e alle 9.00 da Rovereto (info www.altravicenza.it, www.csabruno.blog.com)
Le idee della Cgil sono chiare: «Sulla base di Vicenza si pongono due questioni: - commenta Franco Ianeselli, della segreteria provinciale della Cgil - prima di tutto la pace, visto che l’Italia sta facendo passi importanti per restituire all’Europa protagonismo ed autonomia. Il governo non può non assumersi la responsabilità del confronto con la diffusa ostilità della popolazione a questa decisione, espressa dalla richiesta referendaria e da numerose mobilitazioni». Ed è anche per questo ultimo motivo, tracciando un parallelo tra quello che si è promesso il Social forum di Nairobi e quello che sta accadendo a Vicenza che lunedì sera in Regione è previsto un tavolo a tre con Roberta Fantozzi (delegata al Social Forum per la segreteria nazionale Prc), Mauro Tosi (segretario regionale Prc Veneto) e Stefania Stefani (No Dal Molin).
«Nessuno sembra rendersi conto dei guai che la costruzione di quella base americana, a soli due chilometri dal centro cittadino, si porterà dietro - aggiunge il consigliere provinciale di Rifondazione Comunista Agostino Catalano - oltre al fatto che l’Italia dovrà finanziare il 40 per cento dei lavori. Ma il fatto più grave - aggiunge il consigliere - è che con la scusa della base gli Stati Uniti avranno la possibilità di depositare testate atomiche nei magazzini».
La parola ai Disobbedienti. «Sabato saranno due i cortei a Vicenza, uno sfilerà per le vie della città sventolando le proprie bandiere, mentre l’altro - guidato dall’assemblea permanente - presidierà la stazione dei treni». Donatello Baldo svela l’arcano. «Invitiamo i pacifisti che si troveranno sui pullman a dirottarli - continua - se la Cgil prima di sabato non farà chiarezza su quanto successo. Fino a poche settimane fa eravamo convinti di fare una manifestazione unitaria, sciogliendoci insieme ai sindacati, Prc e Ds, nel No Dal Molin: ma nessuno ci ha invitati alla conferenza stampa di questa mattina (ieri per chi legge ndr). Non hanno capito che non bisogna cavalcare l’onda, ma aumentarla. Sabato non sarà una manifestazione dei centri sociali, ma un sostegno ai cittadini vicentini».
La voce del No Dal Molin è quella di Nicolò Veludo: «Non abbiamo mai voluto contrattare, il referendum non sarebbe servito a niente - chiude - l’unico segnale politico forte sarebbe l’auto sospensione, ma non tutti sono stati in grado di farlo».

di Nicola Morandi

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