La giornata di Roma promossa dall’appello di Uniti contro la Crisi può essere considerata una delle più grandi manifestazioni autorganizzate di sempre.
Il sentore che qualcosa di nuovo, di importante, stava avvenendo, quello che in tanti stavano auspicando, a Roma ha dato prova che un movimento, soprattutto generazionale, si è preso collettivamente la parola.
In molti hanno definito i fatti di Piazza del Popolo come un tumulto di democrazia, un’esplosione sociale che i Saviano di turno non capiscono forse perché si sono dimenticati che la vita è fatta di passioni che in certe fasi storiche, in taluni casuali (?) momenti, per fortuna della società emergono e trascinano.
Perché di fronte al teatrino ignobile della politica di palazzo, al futuro di austerità e di “lacrime e sangue” che ci vogliono dare, perché quando la rabbia sociale la sentiamo nei discorsi dei lavoratori che perdono il posto di lavoro, la vediamo nei visi dei ragazzini (tra cui quelli di 2° generazione) esclusi dalla ricchezza tanto messa in mostra, la ascoltiamo negli studenti che sanno già che non basterà una laurea per evitare la precarietà più brutale, ce la raccontano i cittadini nei troppi territori devastati da inceneritori e grandi opere, allora diventa naturale – sta appunto nelle cose - ribellarsi.
Il movimento studentesco e il percorso di “Uniti contro la Crisi” stanno dimostrando che le grandi battaglie che tutti noi abbiamo di fronte a livello nazionale e locale, dal decreto Gelmini alla provincializzazione dell’ateneo trentino e alla riforma Dalmaso, alla questione del ricatto di Marchionne al mancato rinnovo dei contratti, dal problema del reddito, della casa e della precarietà - che in Trentino non può essere tamponata solo con qualche spicciolo dato per pochi mesi, dalle forme del neo schiavismo del Collegato lavoro, alle battaglie ambientali che si fanno nei territori fino alla questione della privatizzazione dell’acqua, sono lotte che possono coinvolgere e dare vita a un nuovo protagonismo sociale.
Pensiamo però che tutto questo non sia “scontato” o immediato solo perchè c'è stata Piazza del Popolo, ma che ci sia bisogno di provare ad articolare ed allargare una proposta politica partendo da quello che è successo a Roma ben consci che il movimento che si sta esprimendo non può essere una sommatoria di alcune realtà politiche.
Abbiamo la necessità di sviluppare e unire quel movimento che nell’ultimo periodo anche a Trento, attorno al tema del sapere, dei beni comuni naturali, del lavoro, sta nuovamente prendendosi gli spazi necessari, le strade, l’università, che rimette al centro la consapevolezza che solo lottando si può costruire il proprio futuro e uscire dalla crisi.
Oggi di fronte a noi abbiamo una sfida non semplice che va vissuta nel quotidiano, ponendoci degli obiettivi precisi capaci di costruire e praticare un’idea di società alternativa a questo modello capitalistico.
Per continuare questo percorso troviamoci lunedì 20 dicembre in assemblea alla facoltà di Sociologia alle ore 18.00.
UNITI CONTRO LA CRISI!
NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!
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