Questa sera gli attivisti del centro sociale Bruno si sono presentati all'ingresso del consiglio circoscrizionale centro storico e di Piedicastello, a Trento, per contestare l'ennesima proposta-buffonata del PDL.
I consiglieri favorevoli alla schedatura preventiva dei frequentatori del Cso Bruno sono stati accolti, in un clima carnevalesco, con coriandoli e schiuma.
Di seguito il testo del documento consegnato ai consiglieri circoscrizionali che sono stati invitati a respingere le voglie repressive della becera minoranza. All'iniziativa hanno voluto dare il proprio appoggio anche il collettivo universitario, la Filcams Cgil, Rifondazione e Sel.
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La proposta dei consiglieri circoscrizionali del PDL e della Lega di schedare tutti coloro che frequentano il centro sociale Bruno ha il sapore del passato che a tutti i costi deve essere riesumato e nuovamente applicato.
Quando sentiamo usare la parola schedatura è doveroso ricordare che la storia del secolo scorso è colma di persone, fiere delle loro idee, della loro insopprimibile voglia di libertà, che sono finite nelle famigerate liste di proscrizione. A queste prime avvisaglie di limitazione della propria libertà poi si aggiunsero i pestaggi, le deportazioni al confino, le internazioni, fino all'eliminazione dei dissidenti che si opponevano ai regimi.
Non ci stupisce però leggere che la cultura politica di questi consiglieri si rifà alle peggiori dittature del novecento, perché, ai giorni nostri, questo tipo di messaggio viene lanciato dai capi degli stessi partiti (garantisti di fronte alla magistratura solo con Berlusconi e simili, mai con gli altri) pronti a inventare il nemico di turno che subisce le forme più moderne di controllo, quali schedature delle impronte, deportazioni, respingimenti in mare aperto, incarcerazioni.
In questi anni, anche grazie alla propaganda dei media controllati dal PDL, nel tritacarne rancoroso sono finiti i rom colpevoli di chiedere la carità e per questo da schedare e punire con l'espulsione collettiva, i migranti attaccati a più riprese perché accusati di rubare il lavoro, la casa… (e segue una lista infinita..) che se non sono sfruttabili per i lavori più umili vanno messi nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) o deportati nel deserto libico, e coloro che manifestano il proprio pensiero contro le politiche che stanno sfasciando questo paese sono punibili con l'arresto preventivo.
Ora il nuovo pericolo, la nuova paura da brandire come una sciabola per racimolare qualche voto, sono i profughi pronti ad arrivare dalla porta sud del Mediterraneo dopo che il tiranno Gheddafi - uno dei tanti amanti della parola schedatura e amico di Berlusconi - sta scatenando una guerra civile per rimanere al potere di fronte alla richiesta di libertà e democrazia del popolo libico.
Per tornare al nostro quartiere, i locali "populisti delle libertà" - assomigliano più che altro a un Partito Del Linciaggio - ripescando le parole dal vocabolario delle dittature e delle tirannie, o non sanno esprimersi in italiano oppure attraverso questo tipo di slogan auspicano al ritorno di periodi che la memoria delle persone non ha dimenticato.
E nel contempo, tra le righe, danno il lasciapassare ai giovani neofascisti per colpire il centro sociale.
Di fronte a queste gravi provocazioni non possiamo stare zitti perché è da quasi 10 anni che i nostri spazi sociali ravvivano questo quartiere: luoghi di socialità e di libertà attraversati da migliaia di persone di ogni generazione.
Luoghi prima chiusi e ora aperti, densi di relazioni e progettualità: assieme ai migranti per difendere i diritti di tutti per una vita degna, con le mamme, i contadini, gli ambientalisti per cercare di salvaguardare il proprio territorio dalle nocività delle grandi opere e dell'inceneritore, dove assieme a molti immaginare un altro modello di sviluppo e un'uscita dalla crisi che rimetta al centro la ridistribuzione della ricchezza e la democrazia dei beni comuni.
Se per tutto questo siamo passibili delle vostre schedature, allora non ci facciamo certo intimidire perché abbiamo imparato dalla storia che la libertà è tutto.
Anzi, proprio per farvi vedere che non abbiamo appreso dal vostro vocabolario, nei prossimi giorni discuteremo nell'incontro di "Uniti contro la crisi" come cacciare questo indegno presidente del consiglio manifestando nuovamente a Roma.
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