ANCHE IL TRENTINO ADERISCE
PER IL RISPETTO DELL'ESITO REFERENDARIO
PERCHE’ L’ACQUA SIA PUBBLICA SENZA SE E SENZA MA
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Il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato per l'uscita dell'acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come bene comune e diritto umano. Ad oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione
Anche in Trentino il referendum è stato appoggiato da quasi il 65% della popolazione che partecipando alla campagna “Acqua bene Comune” ha ripreso fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica e ha votato per una gestione realmente pubblica e partecipativa del servizio idrico.
La classe dirigente provinciale spinge con forza sull'ipotesi di scorporo da Dolomiti Reti Spa, della gestione del Sevizio Idrico dei principali comuni del Trentino, oltre il 35%delle gestioni idriche del nostro territorio
Dimentica però di dirci dei veri effetti attesi: più potere clientelare, più politiche consociative, ancora minore autonomia degli enti locali, insomma un po' di democrazia in meno. Le SpA 100% pubbliche sono una forma specifica di privatizzazione che demolisce le autonomie comunali, rinforza i sistemi clientelari, fa arretrare democrazia e coesione nella società locale.
Quello che avviene per l’acqua è solo il paradigma di uno scenario più ampio dentro il quale si colloca la crisi globale che vuole la consegna dei beni comuni al mercato.
Ecco perché anche noi il 26 novembre saremo a Roma per dire che dalla crisi non si esce se non cambiando sistema, per vedere garantiti il benessere sociale, la tutela dei beni comuni e dell’ambiente, la fine della precarietà del lavoro e della vita delle persone
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www.acquabenecomune.org
Vedi anche:
Flash mob per l'acqua bene comune, verso il 26 novembre!
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