VERSO IL 15 OTTOBRE PER FAR CRESCERE OPPOSIZIONE DENTRO LA CRISI E COSTRUIRE L'ALTERNATIVA
Che la crisi strutturale e di sistema la vogliono far pagare a noi è ormai un fatto acclamato. Anche i più sfrontati sostenitori del capitalismo e coloro che decantano le doti del mercato come regolatore dell'economia sanno che la torta del profitto si sta rimpicciolendo e che per mantenere i privilegi delle varie caste e corporazioni è necessario restringere i diritti, tagliare lo stato sociale, rendere ancora più precari, ricattabili e poveri milioni di persone.
Cos'altro è la manovra classista del governo Berlusconi se non un'azione devastatrice applicata al nostro paese dai diktat della Banca centrale europea (Bce) e degli organismi sovranazionali che dopo aver salvato le banche, gli speculatori finanziari, i ricchi, ora scaricano i costi della crisi su di noi?
Come da più tempo andiamo a ripetere, non esistono territori immuni da tutto ciò, non esistono luoghi dove la morsa della crisi non si piega ai voleri delle lobby e dei poteri forti. Almeno non alle nostre latitudini.
E' proprio dove viviamo i nostri affetti, le nostre relazioni e complicità che ci indigniamo di fronte a questo tipo di politiche che attaccano le conquiste sociali e quella dignità che ogni uomo e donna dovrebbero vedersi riconosciuta.
Non ci sono tentennamenti possibili di fronte all'ostinazione del potere che sulle scelte che riguardano il presente e il futuro non ha né orecchie per ascoltare chi sta in basso né interesse a sviluppare percorsi di vera democrazia. Esempi paradigmatici non mancano:
L'inceneritore, la TAV del Brennero e Metroland, opere faraoniche simili a macchinette "svuota soldi" pubblici, ghiotte solo per i rapaci costruttori; oppure la gestione dell'acqua che, nonostante una grande vittoria referendaria la ancori a bene comune, continua ad essere anche qui in Trentino gestita attraverso società per azioni.
Il lavoro piegato a nuove forme di schiavitù, i diritti sociali e collettivi sacrificati sull'altare dei mercati e delle borse, la questione del reddito cancellato dall'agenda politica dei governi ormai ridotti a semplici esecutori delle volontà della finanza internazionali fanno sentire tutto il loro peso anche sul territorio trentino.
Sembrerà un'ovvietà ma di cose da difendere, conquistarsi e da migliorare in Trentino ce ne sono parecchie e i nuovi possibili scenari che ci troveremo ad affrontare con i tempi che corrono saranno incerti ed assolutamente inediti.
Abbiamo il bisogno e il desiderio, partendo dal Trentino, di costruire un percorso politico comune, di analisi, di riflessione e di mobilitazione permanente dentro la crisi dove far crescere un'opposizione sociale e politica che sappia unire, immaginare e produrre alternativa.
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