* fonte: il Corriere del Trentino del 27.05.’07
Domenica prossima a Trento il movimento «No Dal Molin»Non bastava il volantinaggio della Cisl contro l’apertura festiva dei negozi, che accompagnerà tutte le giornate dell’evento. Ora, a meno da una settimana dall’inizio della seconda edizione, sul Festival dell’Economia piomba un nuovo ostacolo. Del tutto inaspettato. Domenica 3 giugno, infatti, insieme al presidente del consiglio Romano Prodi, arriveranno a Trento anche gli attivisti del movimento «No Dal Molin» di Vicenza, decisi a contestare il premier per il via libera all’allargamento della base americana. Con loro, i ragazzi del centro sociale «Bruno». «Ci metteremo a servizio del popolo di Vicenza» annuncia il leader dei disobbedienti trentini Donatello Baldo. Che domani sera discuterà delle modalità organizzative dell’azione nella consueta assemblea di inizio settimana all’ex collegio Mayer.
LA PROTESTA — Il presidente del consiglio è atteso nel capoluogo domenica prossima, 3 giugno. A mezzogiorno, all’auditorium Santa Chiara, Prodi traccerà il bilancio del primo anno di governo (insieme al ministro per l’attuazione del programma Giulio Santagata), incalzato dal direttore del «Sole 24 Ore» Ferruccio De Bortoli e dagli economisti de «Lavoce.info». Ma davanti al Centro Santa Chiara il premier troverà una sorpresa fuori programma: centinaia di manifestanti del presidio «No Dal Molin», con tanto di striscioni e slogan anti base Usa. «Da Vicenza partiranno alcuni pullman. Il movimento si sta già organizzando per l’iniziativa» avverte Baldo. Che spiega il motivo della trasferta trentina: «Dopo il sì all’allargamento della base Dal Molin, Prodi non si è più fatto vedere a Vicenza. E così hanno fatto tutti i suoi ministri. Per questo, il presidio si muove sul territorio». Ma la contestazione al premier non sarà solo legata al caso Dal Molin. «Il prossimo 9 giugno — continua il leader dei no-global — Prodi incontrerà il presidente americano George Bush. E negli stessi giorni anche Felipe Calderón, attuale presidente del Messico. Due incontri che non possiamo accettare». Tanto che, sempre nell’assemblea di domani sera, il centro sociale «Bruno» inizierà anche a organizzare il viaggio a Roma del 9 giugno, per partecipare al corteo anti-Bush. «Partiremo in treno. E visto che sui convogli possono viaggiare gratis le armi, così dovrà essere anche per i manifestanti» fa sapere Baldo.
IL PRECEDENTE — Trento, dunque, per la seconda volta nel giro di poche settimane torna ad essere il centro della protesta no-global. Il 21 aprile scorso, infatti, nel capoluogo erano arrivati da tutt’Italia quasi duemila disobbedienti. I quali, al grido di «Trento libera» e «Guai a chi ci tocca», avevano sfilato per le vie del centro storico urlando la loro contrarietà alla chiusura dei centri sociali. Un corteo pacifico, quello che era partito dalla stazione dei treni per arrivare all’ex ostello Mayer: passato il primo momento di tensione per il blocco degli attivisti in Lombardia e Veneto, i disobbedienti si erano mossi in città mostrando il loro passaggio solo attraverso l’applicazione di piccoli bollini rosa. Nei giorni precedenti la manifestazione, però, non erano mancati i timori da parte di cittadini e commercianti, preoccupati dei possibili danni agli edifici e ai negozi. Ma alla fine, dopo giorni di polemiche, di prese di posizione e di rassicurazioni, la giornata si era svolta senza nessuna tensione. Ora, i manifestanti sono pronti a tornare in Trentino. Ma non saranno gli unici a protestare: nei giorni del festival, infatti, a distribuire volantini in tutta la città saranno anche gli esponenti della Cisl, arrabbiati per l’apertura dei negozi nel primo week-end di giugno.
Marika Giovannini
Domenica prossima a Trento il movimento «No Dal Molin»Non bastava il volantinaggio della Cisl contro l’apertura festiva dei negozi, che accompagnerà tutte le giornate dell’evento. Ora, a meno da una settimana dall’inizio della seconda edizione, sul Festival dell’Economia piomba un nuovo ostacolo. Del tutto inaspettato. Domenica 3 giugno, infatti, insieme al presidente del consiglio Romano Prodi, arriveranno a Trento anche gli attivisti del movimento «No Dal Molin» di Vicenza, decisi a contestare il premier per il via libera all’allargamento della base americana. Con loro, i ragazzi del centro sociale «Bruno». «Ci metteremo a servizio del popolo di Vicenza» annuncia il leader dei disobbedienti trentini Donatello Baldo. Che domani sera discuterà delle modalità organizzative dell’azione nella consueta assemblea di inizio settimana all’ex collegio Mayer.
LA PROTESTA — Il presidente del consiglio è atteso nel capoluogo domenica prossima, 3 giugno. A mezzogiorno, all’auditorium Santa Chiara, Prodi traccerà il bilancio del primo anno di governo (insieme al ministro per l’attuazione del programma Giulio Santagata), incalzato dal direttore del «Sole 24 Ore» Ferruccio De Bortoli e dagli economisti de «Lavoce.info». Ma davanti al Centro Santa Chiara il premier troverà una sorpresa fuori programma: centinaia di manifestanti del presidio «No Dal Molin», con tanto di striscioni e slogan anti base Usa. «Da Vicenza partiranno alcuni pullman. Il movimento si sta già organizzando per l’iniziativa» avverte Baldo. Che spiega il motivo della trasferta trentina: «Dopo il sì all’allargamento della base Dal Molin, Prodi non si è più fatto vedere a Vicenza. E così hanno fatto tutti i suoi ministri. Per questo, il presidio si muove sul territorio». Ma la contestazione al premier non sarà solo legata al caso Dal Molin. «Il prossimo 9 giugno — continua il leader dei no-global — Prodi incontrerà il presidente americano George Bush. E negli stessi giorni anche Felipe Calderón, attuale presidente del Messico. Due incontri che non possiamo accettare». Tanto che, sempre nell’assemblea di domani sera, il centro sociale «Bruno» inizierà anche a organizzare il viaggio a Roma del 9 giugno, per partecipare al corteo anti-Bush. «Partiremo in treno. E visto che sui convogli possono viaggiare gratis le armi, così dovrà essere anche per i manifestanti» fa sapere Baldo.
IL PRECEDENTE — Trento, dunque, per la seconda volta nel giro di poche settimane torna ad essere il centro della protesta no-global. Il 21 aprile scorso, infatti, nel capoluogo erano arrivati da tutt’Italia quasi duemila disobbedienti. I quali, al grido di «Trento libera» e «Guai a chi ci tocca», avevano sfilato per le vie del centro storico urlando la loro contrarietà alla chiusura dei centri sociali. Un corteo pacifico, quello che era partito dalla stazione dei treni per arrivare all’ex ostello Mayer: passato il primo momento di tensione per il blocco degli attivisti in Lombardia e Veneto, i disobbedienti si erano mossi in città mostrando il loro passaggio solo attraverso l’applicazione di piccoli bollini rosa. Nei giorni precedenti la manifestazione, però, non erano mancati i timori da parte di cittadini e commercianti, preoccupati dei possibili danni agli edifici e ai negozi. Ma alla fine, dopo giorni di polemiche, di prese di posizione e di rassicurazioni, la giornata si era svolta senza nessuna tensione. Ora, i manifestanti sono pronti a tornare in Trentino. Ma non saranno gli unici a protestare: nei giorni del festival, infatti, a distribuire volantini in tutta la città saranno anche gli esponenti della Cisl, arrabbiati per l’apertura dei negozi nel primo week-end di giugno.
Marika Giovannini
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