Abbiamo occupato l’ex scuola elementare di Levego (Belluno), uno spazio di proprietà comunale da anni inutilizzato.
Questo gesto è il primo atto reale di un percorso politico autonomo di critica sociale. In questi mesi nella città di Belluno ci siamo legittimati attraverso una serie di blitz comunicativi, mentre i Partiti tutti erano impegnati nella solita sterile campagna elettorale per le amministrative che si terranno domenica 27 maggio. Abbiamo portato avanti un programma controelettorale incentrato sui temi di politica sociale letteralmente lasciati in secondo piano dai candidati Sindaco, una serie d’istanze per rivendicare il diritto minimo ad una vita dignitosa.
La necessità di aprire uno spazio nasce dal bisogno di avere uno strumento attraverso il quale sollevare le contraddizioni del territorio, un luogo di accumulazione nel quale sperimentare forme di auotogoverno, una nuova idea di cittadinanza. Ai C.P.T. rispondiamo con gli spazi sociali!
Dopo le continue intimidazioni e i gesti repressivi che da Copenaghen a Trento stanno mettendo sotto attacco i centri sociali, crediamo sia indispensabile aprire anche a Belluno un luogo di organizzazione e ricomposizione del lavoro sociale. È in questo senso che lo abbiamo pensato, ed è in questo senso che pensiamo si apra una nuova stagione per gli spazi sociali. Vere e proprie possibilità di prefigurarsi come “istituzioni” territoriali al servizio della moltitudine.
Siamo consapevoli di agire all’interno di dinamiche di governance che se da un lato non nascondono la loro natura di controllo, dall’altro aprono nuove possibilità di intervento e di incisione nel vissuto politico del territorio. Gli spazi sociali come luoghi determinati da una duplice natura, quella della produzione di conflittualità e quella della costruzione di alternative reali di democrazia dal basso.
Proprio da qui nasce un percorso come il nostro, dalla necessità dell’ autodeterminarsi come rifiuto alla rappresentanza.
Con questo spirito siamo stati per le strade di Trento per la manifestazione in difesa degli spazi sociali… perché difendere uno spazio sociale a Trento è come conquistarne uno a Belluno e conquistarne uno a Belluno è come difenderlo a Copenaghen.
c.s.a. BL.itz
www.csablitz.org
info@csablitz.org
invitiamo tutte le realtà di movimento e i cittadini a sostenerci e a partecipare alla
Assemblea pubblica di domenica 20 maggio ore 17
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http://www.globalproject.info/art-12309.html
Belluno - L’Ubik Lab e Csa Bruno occupano una scuola a Belluno
Domenica 20 maggio 2007
Insieme ad altri centri sociali ha fondato il «csa BL.itz»
L’Ubik Lab in trasferta nel Bellunese per occupare una scuola elementare. «Buongiorno, siamo i vostri nuovi vicini. Da oggi Levego non è più invisibile».
E’ scattata alle 9 di ieri mattina l’occupazione dell’ex scuola elementare di Levego da parte del collettivo Tag “un programma fuori dal comune”, che ha deciso di oltrepassare «l’indifferenza di anni di amministrazione» con la «concretezza dell’autodeterminazione».
Un gesto rivolto in primo luogo agli abitanti di uno dei quartieri più problematici della città, dove una scuola giace più o meno inutilizzata da 15 anni. Da ieri l’edificio è il centro sociale “csa BL.itz”. Con i ragazzi del Tag bellunese ieri c’erano anche altre due realtà: il Csa Bruno di Trento e l’Ubik Lab di Treviso.
Subito dopo aver aperto le porte e le finestre dell’ex scuola elementare, il collettivo ha girato per il quartiere infilando in ogni portone una lettera ai cittadini, nella quale si spiegano le ragioni dell’occupazione e si invitano “i nuovi vicini” ad un’assemblea aperta, oggi pomeriggio intorno alle 17.30.
«In questa ennesima campagna elettorale», scrivono i ragazzi consapevoli di entrare come bulldozer in una scena politica già abbastanza squassata, «i personalismi dei nostri amministratori hanno rubato lo spazio a programmi e impegni, quindi abbiamo deciso che è arrivato il momento di aprire uno spazio. Un luogo aperto nel quale sogni e desideri avessero cittadinanza».
Levego non a caso. Il collettivo è cresciuto in questi mesi, mostrandosi alla popolazione con una serie di gesti, blitz comunicativi, rivolti principalmente ad attirare l’attenzione sulla necessità di spazi sociali di autogoverno. Ma non solo, perché una delle iniziative si era concentrata proprio su Levego, dove le case Ater, la posizione periferica, l’assenza di servizi e la presenza di una strada che frattura in due il quartiere, rendono la qualità della vita ben diversa da quella che si ha in altre zone della città.
Incentrare forzatamente l’attenzione del Comune su Levego è dunque uno degli obiettivi dichiarati del collettivo Tag (tattiche per l’autogoverno) e dunque i primi invitati nell’ex scuola sono proprio gli abitanti della zona. Prima però bisognerà capire cosa succederà. Da ieri dunque, a Belluno, c’è il Csa BL.itz: «Noi siamo nella rete dei centri sociali e oggi nasce un percorso autonomo di movimento, che entra in rapporto con la popolazione. Sappiamo, ad esempio, che qui di fianco c’è un asilo e rispetteremo questa presenza». Il Csa BL.itz si propone quale luogo di produzione di conflittualità e di costruzione di alternative reali di democrazia dal basso, o anche “istituzione” territoriale al servizio della moltitudine. Ma perché proprio ora, a una settimana dalle elezioni? «Questo è un gesto politico. Abbiamo presentato un programma in 5 punti, ma nessuno si è preso l’impegno di parlarne».
Tribuna di Treviso
«Non ci date spazi? Ce li prendiamo»
I giovani di "Un programma fuori dal comune" occupano le ex elementari di Levego
Si capisce già dal lenzuolo rosa che campeggia sulla facciata che le scuole elementari di Levego sono occupate. Dalle 9 di ieri mattina una quarantina di ragazzi del progetto "Un programma fuori dal comune", ha invaso pacificamente la struttura quasi abbandonata trasformandola in uno spazio di incontri per giovani. In men che non si dica hanno messo fuori striscioni, si sono piazzati all’interno e hanno organizzato feste e incontri con la popolazione.
Il vice sindaco Franco Gidoni annuncia una denuncia per occupazione abusiva di suolo pubblico e, nel caso, anche un provvedimento di sgombero.
«Spero che se ne vadano - è il suo commento - stare lì è un reato penale». Ma loro non sembra proprio che ne abbiano l’intenzione. Gidoni ieri mattina, appena informato dell’occupazione, ha fatto visita ai ragazzi ponendo loro un ultimatum fino alle 13, dopodiché se loro non avessero abbandonato la scuola, lui avrebbe presentato denuncia in Questura. «Fra l’altro in una stanza è custodito parte dell’archivio comunale - precisa Gidoni - e io non posso rischiare che qualcuno vi acceda». Agenti della Digos e carabinieri hanno identificato alcuni dei ragazzi presenti a Levego quindi, dopo qualche ora di osservazione a lato della scuola, se ne sono andati senza prendere particolari provvedimenti. Dopo si sono presentati gli agenti della Polizia locale. A Levego ieri si sono alternati l’onorevole di Rifondazione Gino Sperandio con Vanni Roccon, il leghista Orso Grigio, il diessino Filippo Cibien. «Questo è il primo atto reale contro i programmi dei candidati e una campagna elettorale che non comprende veri progetti nell’ambito delle politiche sociali» dicono i ragazzi, che già qualche settimana fa si erano fatti avanti con richieste di spazi e attenzione affiggendo cartelli lungo il ponte Dolomiti.
«Da oggi anche Belluno ha un centro sociale - continuano - cui aderiscono anche il Csa Bruno di Trento e l’Ubik di Treviso, questo per far capire che siamo parte di una rete all’interno di un percorso di movimento». I ragazzi hanno scritto un centinaio di lettere distribuite a tutti gli abitanti di Levego per costruire fin da subito un rapporto di buon vicinato. «Siamo venuti qui perché è anche il nostro quartiere - scrivono - da quando abbiamo messo in luce le problematiche abitative e le contraddizioni di un’amministrazione che vi ha abbandonato. Levego non è invisibile». Hanno stampato i programmi su cartoncino. Oggi pomeriggio alle 17.30 assemblea pubblica con aperitivo e musica dal vivo. Mercoledì l’appuntamento si ripete alle 18, con l’aperitivo del dopolavoro. Ieri sera dalle 21 nel piccolo parco intorno alla scuola si sono alternati tre gruppi bellunesi. Lunedì mattina si presenteranno alle maestre dell’asilo «per avere un buon rapporto con tutti». Il gesto, ad una settimana dalle elezioni amministrative, assume un significato ancor più forte. «È un gesto politico - ammettono i ragazzi che preferiscono non rilasciare singoli nomi ma presentarsi come Csa Blitz - e usciamo adesso perché nessuno dei candidati ha preso in considerazione le nostre cinque proposte». «Il vicesindaco Gidoni ci ha detto che l’abbiamo messo di fronte ad un atto compiuto. Non è così, noi siamo stati messi davanti al fatto compiuto del loro disinteresse».
Il Gazzettino - Belluno
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