VERSO IL 15 OTTOBRE: ASSEMBLEA PUBBLICA MARTEDI' 11 OTTOBRE ORE 20.30 @ CSO BRUNO
La crisi strutturale che ci sta aggredendo è figlia di una situazione nella quale le lobby del capitalismo finanziario e le caste della politica globale e nazionale ci vogliono far credere che non esiste alcuna alternativa possibile all'attuale stato di cose, da una parte giustificando così i tagli alla spesa sociale e l'aumento dell'età pensionabile (mentre si danno aiuti economici alle banche e alle grandi opere) e dall'altra diminuendo i diritti e attaccando la democrazia nei luoghi di lavoro, per avere lavoratori più poveri e ricattabili.
La manovra classista del governo Berlusconi caldeggiata dalla Banca Centrale Europea (Bce) ha confermato questo tipo di politiche: se negli anni scorsi dovevamo far fronte ad una crisi che colpiva in maniera violenta tutte le fasce sociali deboli, ora vediamo un annientamento di democrazia, diritti e condizioni di vita che non ha precedenti.
Le priorità che questo sistema ha per sopravvivere sono oramai la destrutturazione del diritto del lavoro e il licenziamento libero, le privatizzazioni dei servizi pubblici in grado di generare profitto, la svendita dei patrimoni pubblici, l’azzeramento dello stato sociale, l’impoverimento definitivo di grandi masse di popolazione.
Una costruzione dell'alternativa deve partire dal rifiuto di questi modelli e saper uscire dagli schemi attuali, come essere radicale nel dire che nessuno di noi ha intenzione di pagare il debito ad ogni costo e pareggiare il bilancio!
La costruzione dell'alternativa deve saper leggere il fatto che questo sistema è in crisi profonda, non sostenuto dalla fiducia del popolo che non ci vede un possibile cambiamento, nè guardando la destra o le ipotesi secessioniste della Lega, nè tantomeno il PD che sostiene Confindustria e i Marchionne di turno, o crede nel “coraggio delle imprese” in un momento nel quale la precarietà dilaga e la disoccupazione pure.
In uno scenario del genere non è sufficiente sperare in un mero gioco di alternanza, in un semplice cambio di governo o subire un governo tecnocratico controllato dai poteri forti.
Dobbiamo invertire la rotta! Ridiscutendo complessivamente il sistema e creando un nuovo modello di sviluppo.
Le straordinarie lotte dell'ultimo anno, dalle mobilitazioni studentesche a quelle operaie che nelle fabbriche si oppongono ai ricatti padronali, passando per la meravigliosa vittoria referendaria, hanno saputo creare importanti momenti di partecipazione capaci di utilizzare il conflitto come modello per la riappropriazione di una reale democrazia. Democrazia calpestata dagli articoli 4 e 8 della manovra finanziaria che invalidano i referendum popolari e danno alle imprese il potere di licenziare senza motivo.
Il Trentino subisce la crisi come il resto del paese, con qualche ritardo e qualche mitigazione grazie alla residua presenza di risorse maggiori. Ma anche qui le reazioni del sistema sono in sostanza le stesse: le politiche di ridistribuzione delle ricchezza sono ferme, perché quasi tutte le risorse disponibili sono destinate a salvare le lobby economiche, aumentano la precarietà e il tasso di disoccupazione colpendo specialmente i giovani, il welfare è sotto attacco, i prezzi di beni e servizi crescono vistosamente, gli sprechi di soldi pubblici alimentano i parassitismi e la riproduzione del potere politico, le privatizzazioni non cessano, non esiste un progetto per l’economia trentina che vada oltre l’assistenza a un’imprenditoria arretrata e si ponga chiaramente sulla strada delle energie rinnovabili, della tutela ambientale, del risparmio di territorio (e invece abbiamo nuove costruzioni ovunque, abbiamo Metroland, la TAV, l'inceneritore a Trento).
Il 15 ottobre, nella giornata d'indignazione europea, partendo dallo slogan internazionale “united for global change”, portiamo il nostro contributo a Roma per creare tutti assieme, uniti, una reale alternativa attraverso uguali possibilità per tutti, vera ridistribuzione della ricchezza, ricostruzione dei diritti nel mondo del lavoro, valorizzazione dello stato sociale, gestione democratica del territorio e delle sue risorse, riconversione ecologica della produzione, un altro modello di istruzione.
3 commenti:
scritto molto bene complimenti : l'unica cosa non enfatizzerei tanto la possibilita' di licenziamento nel privato (che entro certi limiti ci puo' stare) quanto l'enorme differenza di retribuzione fra dipendenti di fascia medio bassa e apparati dirigenziali , differenza che è andata aumentando negli ultimi 15anni in maniera scandalosa , creado una vera societa' di caste (
la casta non sono i politici come i giornali dei poteri forti vogliono farci credere...)
inoltre vi inviterei ad approfondire il discorso dell'euro : moneta forte
voluta essenzialmente dai poteri forti (banche grande industria) per
cristallizzare l'economia su facili e comode posizioni di rendita e comprimere l'imprenditoria nuova e vitale (con un alto costo del denaro
e bassa inflazione solo le posizioni
di rendita ci guadagnano)se vi leggete l'ultimo saggio di paolo barnard ne saprete molto di piu'...
edit: i politici sono i 'dipendenti' della 'caste'dei 'poteri forti(costruttori banche grande distrubuzione assicurazioni grandi propietari terrieri/immobiliari...)
(e per chi segue la politica locale provinciale questo dovrebbe essere ultraevidente...)
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