Lunedì 31 ottobre ore 20.30 Centro Sociale Bruno
In Italia come in tutto il mondo stiamo assistendo ad una risposta indignata della gente di fronte a questa crisi. Questa risposta non tocca solo la finanziarizzazione che di fatto fa pagare alle fasce più deboli i costi delle speculazioni attraverso tagli e riduzione dei diritti, è sotto gli occhi di tutti che ci troviamo di fronte ad una crisi strutturale dove uno degli elementi di maggiore pericolosità è legato alla sfera ecologica.
Se nei Paesi del Sud del mondo assistiamo alla sottrazione dei terreni alle popolazioni indigene o ai contadini e all'uso indiscriminato delle risorse naturali che arricchisce solo le lobby dell'agro-business, in Trentino ci pare giusto fare emergere alcune grandi contraddizioni:
- perdita di biodiversità: le nostre montagne vengono appiattite in monoculture - mela in val di non, vite in valle dell'adige, piccoli frutti industriali in valsugana e val dei mocheni;
- utilizzo ipocrita del marketing: da una parte sfruttiamo l'immagine del "territorio di montagna" per imporci su mercati lontani come quello cinese o russo, dall'altra chiediamo l'elemosina all'Unione Europea in quanto "zona svantaggiata" (quest'anno 91,2 milioni di euro in più previsti dalla politica agricola comune - P.A.C. ). Nonostante questa elemosina molto generosa di soldi pubblici, sul territorio assistiamo alla crisi di grossi centri dell'agroindustria (caseificio di Fiavè e Cantina LaVis), in questi casi è palese come ai contadini viene tagliato il loro guadagno mentre ai manager non succede nulla;
- salute pubblica in pericolo: abbiamo un'agricoltura industriale che anche se "integrata" consente l'utilizzo di sostanze di sintesi estremamente pericolose per l'uomo e l'ecosistema (ovvero la casa in cui abitiamo);
- ricerca scientifica che guarda al profitto e non alla vita: dopo cinquant'anni in cui sembrava che i pesticidi risolvevano tutti i problemi dell'agricoltore oggi si va propagandando che la genomica ci libererà dalle problematiche ambientali e di alimentazione. Questa è in realtà una strada che apre le porte a nuove ingiustizie, si continuerà a ragionare per monoculture e brevetti invece di biodiversità e condivisione. Francesco Salamini (presidente della Fondazione Edmund Mach) si è più volte dichiarato favorevole agli O.G.M. che come sappiamo hanno sempre portato tutto tranne che ricchezza.
Reti di contadini in tutto il mondo stanno già lavorando per raffreddare il nostro pianeta, è importante che anche in Trentino ci uniamo per invertire la rotta!
Il 4 novembre la Fondazione Edmund Mach (ex Istituto Agrario di S.Michele a/A.) lancia l'incontro su "vino e marketing" convinta che sia una soluzione per uscire dalla crisi. Pensiamo sia opportuno portare la nostra voce critica e indicare dal basso un percorso virtuoso fatto di economia reale, di reti corte e solidali con tanti giovani che non imparano a vendere fumo ma mettono le mani nella terra.
Ci troviamo lunedì 31 presso il Centro Sociale Bruno!
G.A.P. del Cso Bruno