Lo sciopero di oggi non si limita solamente a ciò che è avvenuto a Mirafiori e alle pesanti conseguenze nella riduzione di diritti (di riposo, di malattia, di sciopero...) e di democrazia sindacale che i lavoratori subiranno dentro i cancelli della fabbrica. Riguarda ovviamente tutti i metalmeccanici, tutti i lavoratori dell’industria e più in generale tutti i lavoratori dipendenti di questo paese.
A casa nostra, in Trentino, in quella che in troppi definivano a torto “un’isola felice” - facendo credere che la precarietà, la disoccupazione, le nuove povertà, non avevano cittadinanza - riguarda vari settori produttivi: dalle vertenze dei lavoratori in atto al Supermercato Orvea o alla multinazionale Dussmann (appaltatrice delle pulizie in ospedale) che disdicono gli accordi aziendali allo scopo di diminuire diritti e salario, a quelle nel mondo del trasporto merci fino alle cooperative sociali, dove si vogliono dare spiccioli in cambio di subalternità e maggiore precarietà.
Proprio per questo dalla mattina, in solidarietà con i lavoratori del supermercato "Orvea" - che hanno aderito allo sciopero promosso dalla Filcams CGIL del Trentino e in solidarietà con quello che sta accadendo ai lavoratori della FIAT - studenti, lavoratori e movimenti sociali hanno deciso di iniziare la giornata di mobilitazione picchettando e bloccando le vie d'accesso al supermercato.
Dopo qualche ora di blocco dell'attività commerciale il presidio, di qualche centinaia di persone, ha deciso di bloccare la strada davanti al supermercato. Da lì è partito poi un corteo spontaneo che, attraversando le vie del centro città, ha concluso la giornata raggiungendo la facoltà di Sociologia dove i manifestanti hanno promosso un'assemblea per pianificare le prossime iniziative nelle quali continuare a reclamare lo sciopero generale e dare vita a un percorso comune di contrasto ai tanti "machionini" presenti anche in Trentino.
Uno spazio comune di partecipazione per rilanciare con determinazione una stagione di lotte per la ridistribuzione della ricchezza prodotta attraverso un nuovo welfare che preveda, per evitare il ricatto della precarietà, forme di reddito garantito, trasporti gratuiti, una politica dell'abitare improntata sull'accesso alla casa per tutti. E delle lotte comuni per allargare i diritti dei contratti nazionali e provinciali, per garantire a tutti e tutte una vita degna.
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