14.4.10

Mercoledì 14 aprile Bruno open live: Marvin (Fra) e Resando

Marvin (Francia)
www.myspace.com/marvinband

Resando (Ita)
www.myspace.com/resando


Apertura ore 20.30
Inizio concerti 22.00
Entry 3 euro - prima delle 21.30 la metà

Hangover The Top è il secondo album del trio di Montpellier noto come MARVIN, registrato nel dicembre 2009 da Miguel Costantino e mixato da Jason Ward, è una virata verso atmosfere più accessibili. Vocoder, synths al servizio di un mix di stili che passa dall’Hard Rock, al Kraut, al math rock, al noise e al post-punk. Dieci tracce che si concludono con una cover di Brian Eno.
Dalla release del loro primo album, uscito nell’aprile del 2007, i Marvin si sono esibiti in più di 300 concerti tra la Francia e il resto dell’Europa, dividendo il palco con band come Devo, Trans Am, Polysics, Qui, Black Mountain…
(da www.indie-eye.it)

Mini suite veloci e taglienti ornate di elettronica da sci-fi. I Marvin di Hangover the Top sono questo e altro. Nel cd uscito in questi giorni per l’etichetta Africantape, il trio di Montpellier butta sul piatto nove tracce piene di ingegno e tecnica, che affondano le loro radici nel math rock primigenio degli anni novanta, che a sua volta prendeva spunto dal prog rock e dall’hard rock di vent’anni prima. La iniziale Roquedor trae in inganno lasciando che i synth e i delay entrino in gioco in modo graduale, in un vortice frenetico verso inestricabili geometrie ornate di noise ordinato e non caotico. Le tastiere e il vocoder molto vintage gettano l’ascoltatore in un’atmosfera di allarme perenne, come pure le ritmiche estremamente non convenzionali e le chitarre possenti. Le progressioni e le evoluzioni delle canzoni non sono scontate e sono anche in certi casi orecchiabili (si veda Dirty Tapping). In chiusura troviamo una cover di Brian Eno, Here Come the Warm Jets, riveduta e corretta con un taglio netto di synth a favore di chitarre e batteria che comprimono l’atmosfera proprio come l’arrivo di veri jet. Con un paio di ascolti anche gli orecchi meno avvezzi apprezzeranno questo complesso lavoro.
Recensione di Elia Billero



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