21.10.09

Sulla solidarietà. Comunicato dell'Assemblea del Centro sociale Bruno.

Sulla solidarietà.

Avremmo dovuto esprimerla subito la solidarietà per i fogli di via che hanno colpito alcuni occupanti dell'Assillo. Abbiamo sbagliato ad aspettare. Ma solo chi coltiva la malafede o agita il vento della calunnia può pensare che il silenzio di questi giorni nasca da un disinteresse per questi fatti o peggio per una sorta di compiacimento nell'assistere all'utilizzo di uno strumento che tanto assomiglia al confino di fascista memoria. La solidarietà a chi subisce una tanto grave forma di limitazione della libertà è scontata e fa parte della nostra storia politica. In questi giorni, da alcuni, ci è arrivata la richiesta di trovare il modo di esplicitare la nostra vicinanza a coloro che hanno dovuto subire l'arbitrarietà di questo provvedimento.

Lo facciamo ora - con convinzione - prendendoci anche il tempo di aggiungere alcuni appunti utili al chiarimento. Perché la solidarietà è un sentimento e non un atto dovuto o formale, e non è nemmeno la prassi automatica che procede per forza d'inerzia: non possiamo nascondere che questo sentimento - che nessuno deve mettere in discussione - si è scontrato con altri sentimenti che negli anni si sono sommati nel cuore collettivo dell'esperienza del Bruno. Ad esempio il sentimento della delusione, quella che abbiamo provato nel leggere - sui muri del percorso del corteo che dopo lo sgombero dell'ex Zuffo è stato convocato a Trento - il volantino firmato "alcuni anarchici" che non solo negava la solidarietà, ma addirittura accusava gli occupanti di collusioni, di trattativismo, di poca radicalità, ma forse - in sostanza - di non essere come loro.

Ieri ci siamo riuniti nell'assemblea di gestione e questi contrasti li abbiamo valutati assieme, condividendo l'idea che di fronte alla sproporzione dei dispositivi di repressione che hanno colpito alcuni occupanti dell'Assillo la solidarietà dev'essere l'espressione incondizionata che ci muove, anche se la stessa solidarietà non è stata reciproca o se si scontra con altri sentimenti che legittimamente abitano i nostri cuori.

Con un ritardo che per nulla indebolisce la profonda sincerità delle nostre dichiarazioni, esprimiamo la nostra solidarietà a quanti sono stati raggiunti dal "foglio di via", condanniamo la repressione che impedisce la libera espressione del movimento e giudichiamo questo provvedimento un retaggio fascista verso cui opporsi radicalmente.

Sulle occupazioni in generale.

Ogni forma di autogestione è autonoma e legittima di per sé. Con questa convinzione viviamo il nostro spazio e il rapporto con qualsiasi altro spazio, senza credere che ci siano occupazioni legittime e altre illegittime, autogestioni buone e autogestioni cattive. Non c'è un criterio, un abc, una "Carta" dei centri sociali che indichi le modalità da seguire o le regole da rispettare. Non è più radicale un'occupazione rispetto alla gestione di uno spazio in affitto o in comodato d'uso.

Non ci siamo mai permessi e mai ci permetteremo di giudicare i metodi, le scelte, le iniziative di un'altra parte di quel variegato mondo che è la mappa dei centri sociali italiani. Siamo consci di essere una parzialità di questa rete, di essere uno dei tanti modi in cui si può immaginare l'esistenza e la costruzione di un spazio occupato e autogestito. Nei confronti di altre realtà, di altre filosofie di occupazioni pur non trovando la condivisione dei percorsi e delle pratiche proviamo un profondo rispetto. Siamo sicuri che anche la nostra parzialità - quella del Centro Sociale Bruno - non trovi la condivisione di tutti, ma siamo certi che una storia di anni - fatta di occupazioni, sgomberi, denunce, processi, centinaia di iniziative di ogni tipo fatte dentro e fuori gli spazi da noi occupati - meriti il rispetto che a volte viene negato in maniera superficiale e spesso volgare.

Su di noi in particolare.

Fin dal primo momento in cui abbiamo messo piede dentro la palazzina Ex Zuffo, nell'estate del 2002, abbiamo chiesto a gran voce la legalizzazione dello spazio autogestito da noi occupato. Abbiamo continuato a farlo negli anni, fino ad oggi. E' la scelta fatta insieme a tanti altri che questo spazio hanno contribuito a costruire, una scelta che, coerente, è rimasta tale e quale per tutti questi anni. Come tanta parte dei centri sociali italiani, anche il Centro Sociale Bruno si relaziona in maniera dialettica con le istituzioni e con i proprietari degli immobili occupati al fine di garantirne la continuità progettuale e l'esperienza dell'autogestione.

Un metodo che si interrompe e ritorna allo scontro nel momento in cui si chiudono le possibilità del confronto e si minaccia lo sgombero.

Ad oggi è ancora aperta la strada del dialogo con le istituzioni affinché si possa arrivare ad una soluzione per la legalizzazione del Centro Sociale Bruno. Ci preme sottolineare che fino ad ora il centro sociale è "tollerato" e non si è aperta, né in maniera formale né informale, nessuna trattativa con la proprietà.

Il Centro Sociale Bruno è il prodotto della sua autogestione, un'assemblea di uomini e donne che in autonomia scelgono i percorsi, attuano le pratiche e costruiscono i progetti che riempiono lo spazio sociale. Può piacere o non piacere. Lo si può condividere o non apprezzare. Ma verso questa forma di autogestione, e verso tutte le altre, esigiamo il più alto rispetto.

Si può dire tutto del Centro Sociale Bruno ma non permetteremo che nessuno, direttamente o indirettamente, accusi questo spazio di trarre profitto dalle proprie attività o che anche un solo centesimo venga utilizzato per il ristoro personale di qualcuno degli occupanti. Verso queste accuse non vale né il dialogo, né il confronto...

L'Assemblea del Centro Sociale Bruno

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che significa moderazione? Filtro? E l' approvazione dell' autore del blog? Non per fare polemica. Si filtra un linguaggio, o delle idee anche qui?
Sposo le vostre idee e spiace proprio che una città come Trento pur nella sua dimensione provinciale, e ancora per la 'ricchezza che vanta', non sappia dare spazio e libertà alle diverse espressioni, come la vostra. Siete troppo scomodi da giustificare? L' ospitalità trentina e la generosità sbandierata sembrano proprio di facciata. La repressione e la costrizione di energie nobili di pensiero non ha mai portato giovamento, così come la limitazione delle libertà altrui. Forse l' occupazione non è sempre un modo 'ortodosso', ma è pur vero che a cortese richiesta, nessuno viene ascoltato. E anche questo lo so. C'è ancora qualcuno che vi da solidarietà.
Carlo un simpatizzante

CENTRO SOCIALE BRUNO ha detto...

Il commento di Carlo, che ringraziamo, ci dà l'opportunità una volta per tutte di (ri)spiegare che pubblicheremo solamente i commenti non anonimi e che rifiutiamo e non pubblicheremo i contenuti sessisti, razzisti, fascisti e in generale tutte le pubblicazioni che vengono ritenute inutilmente offensive.
Per esercitare la propria sintassi rancorosa la rete è piena di siti e blog spazzatura.

Pikkio ha detto...

a me questo comunicato sa tanto di retorica preconfezionata...
inoltre non credo che si possa dire che non ci sono autogestioni giuste o sbagliate, perchè sia in un senso (violento e anarchico) che nell'altro (politicante-mafioso) ci sono dei limiti oltre i quali si può dire che uno sta gestendo male lo spazio sociale.

per esempio, a me sembra che voi siate troppo politicanti e poco sociali, sia nei modi di fare che nelle iniziative a cui vi dedicate. un centro sociale dovrebbe essere un lugo dedicato a tutti, uno spazio per la collettività, fatto a misura della collettività stessa. dovrebbe essere una risposta alle necessità dei cittadini, un posto dove ognuno possa sentirsi ben accolto. e dovrebbe essere concentrato sulle tematiche del territorio, della città, o addirittura del quartiere, molto più che su tematiche mondiali o nazionali, che hanno grande importanza e risonanza a livello di immagine, ma che non aiutano la collettività locale che ospita il centro-sociale.

ecco il principale parametro per giudicare una buona o cattiva autogestione: valutare quanto il centro sociale in questione sia vicino alle necessità dei cittadini e quanto si possa definire al servizio degli stessi.

saluti.