Presentazione di "Osteria Calcutta" con l’autrice Marina ValenteGiovedì 20 marzo 2008 ore 21.00 Ass. Ya Basta e Ass. Fahrenheit 451 presentano:
Racconti ed immagini dall’altra India
Incontro con Marina Valente autrice di "Osteria Calcutta" - ed. Sensibili alle foglie
Nella serata proiezione di "La grazia e la violenza", di Piero Pagliani.
Le vicende di un’associazione di volontariato laica, libertaria e autogestita, attraverso le testimonianze dei protagonisti.
Difficoltà, successi, il drammatico impatto con la mafia locale. Ma anche un’esperienza, un sogno, un’utopia messa in pratica.
L’India vista dalla parte del suo popolo straordinario, da uno slum di Calcutta dove situazioni limite sono mantenute tali da un complesso intreccio di interessi, sorvegliati in armi da mafie che agiscono nell’ombra dei poteri politici.
Sullo sfondo: la situazione attuale dell’India, un Paese che si affaccia prepotentemente sulla scena internazionale, ma il prezzo della sua apertura al mercato globale e’ pagato per intero dalle basse caste, gli Adivasi, i contadini poveri, i musulmani, le donne.
Esistono tante Indie: l’India filosofica, l’India delle caste e degli slums, l’India del nucleare e della Microsoft, l’India della Pace e quella della fierezza e della dignità di antiche popolazioni tribali che resistono all’avanzare dell’economia di mercato.
Ma c’è anche l’India: il Paese dei duecento milioni di rivolte.
Ascolta le interviste a Marina Valente tratte dalla trasmissione dell’Associazione Ya Basta "Caminantes"
- Prima parte del 16 febbraio 2008
- Seconda parte del 22 febbraio 2008
- Terza parte dell’1 marzo 2008
"Osteria Calcutta" di Marina Valente
Pag. 231, Edizioni Sensibili alle foglie
Il libro racconta le vicende di un’Associazione di Promozione Sociale laica, libertaria e autogestita che ha operato all’interno di uno slum di Calcutta con caratteristiche e secondo modalità inconsuete rispetto a quelle del volontariato tradizionale.
Le difficoltà, i successi, il drammatico impatto con la mafia e gli altri poteri forti locali. Ma anche un’esperienza, un sogno, un’utopia messa in pratica.
Vengono documentate le molteplici iniziative: un Centro medico permanente, che forniva visite continuative, medicine e analisi anche specialistiche; programmi di prevenzione sanitaria; un dispensario; counseling; corsi di alfabetizzazione; attività di microcredito e iniziative periodiche, ludiche e di supporto, con donne e bambini, anche in collegamento con scuole primarie del territorio. E il modo in cui queste iniziative sono state portate avanti dai volontari, costretti a districarsi tra traffico d’organi e prostituzione minorile, operando insieme alla popolazione locale.
In questo senso, il testo spinge a riflettere su cosa significhi veramente fare “con” e non fare “per” e a interrogarsi sul significato profondo della solidarietà. Viene illustrato il metodo scelto dall’Associazione, che comportava l’impegno di volontari non professionali, provenienti anch’essi, prevalentemente, da fasce marginali: sottoproletari, operai, disoccupati, cassa integrati, persone con difficoltà’ di adattamento.
E come questo metodo abbia permesso un rapporto umano reale con la popolazione di Sarada Pally, uno slum poverissimo alla periferia sud di Calcutta, dove 2500 persone vivono in condizioni di indigenza grave e dove situazioni limite sono mantenute tali da complesso intreccio di interessi sorvegliati in armi da mafie che agiscono nell’ombra dei partiti politici.
Sullo sfondo: la situazione attuale dell’India, in un momento in cui, a 60 anni dall’indipendenza, il Paese si affaccia prepotentemente sulla scena internazionale, ma il prezzo della sua apertura al mercato globale e’ pagato per intero dalle basse caste, i musulmani, le donne.
Un Paese dove quasi il 50% della popolazione e’ ancora analfabeta e vive in condizioni di povertà estrema.
Un popolo pero’ niente affatto passivo o rassegnato come l’immaginario occidentale lo vorrebbe, ma che si ribella in molti modi a sfruttamento, degrado, marginalizzazione e morte.
“La grazia e la violenza” di Piero Pagliani
Documento filmato.
Sottotitoli in Italiano.
28 minuti
La notte tra il 6 e il 7 gennaio 2007, squadre del Partito Comunista Marxista, al governo nel Bengala Occidentale col Fronte delle Sinistre, assaltano con bombe e armi da fuoco i contadini di Nandigram che si oppongono agli espropri delle loro terre a favore di una multinazionale chimica indonesiana.
La sera stessa della strage l’autore si incontra a Calcutta con Mahasweta Devi, una delle maggiori scrittrici indiane contemporanee, candidata indiana al Nobel per la Pace. Ne nasce un’intervista che poco a poco diventa un implacabile atto d’accusa contro la nuova politica neoliberista adottata dal governo bengalese.
Fanno da contrappunto alle parole di Mahasweta Devi drammatiche immagini girate dall’autore e da operatori che fortunosamente si trovavano sui luoghi dei sanguinosi scontri di quella notte e delle successive tragiche giornate di marzo.
Il documento filmato si chiude con le parole di censura dell’operato del Fronte delle Sinistre pronunciate dal Governatore del Bengala Occidentale, Sri Gopal Krishna Gandhi, nipote del Mahatma e con uno sguardo d’amore dell’autore nei confronti della gente che popola Calcutta, la capitale di questo grande stato da sempre laboratorio sociale, culturale e politico dell’India.