7.9.07

Il Centro sociale Bruno punta sulla cultura *

È nutrito il programma di iniziative culturali che il Centro Sociale Bruno presenterà a settembre.

In barba alle voci di sgombero che pendono sul Mayer, l’ex ostello di proprietà dell’Opera universitaria che dovrebbe venir ristrutturato tra poco.
«Siamo qui per parlare di contenuti, di come il centro sociale abbia arricchito il dibattito e la ricerca culturale, sociale e politica della città», afferma Federico Zappini.
Il cartellone d’autunno rappresenta per i Disobbedienti una scommessa di futuro: «Solo una persona stupida e incapace di ragionare può credere che basti la formuletta “ragazzi andate via” per sistemare la questione - continua Zappini - Siamo pronti ad accettare una proposta vera, concreta, che ci dia un’opportunità d’esistenza e che implichi il riconoscimento del Centro sociale come una realtà cittadina ben radicata».
Il tema delle tre serate, coordinate dal giornalista Walter Nicoletti, (titolo «Storie dal paese mancato», sottotitolo «Biografie e passioni per un futuro remoto » prende il via da grandi personaggi del Novecento, che hanno prodotto pensieri e ipotesi di lavoro per costruire un futuro migliore ma che sono stati zittiti e rimossi, come don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana, Danilo Dolci, Adriano Olivetti, Enrico Mattei, Franco Basaglia, Maurizio Gretter.
«Fa scandalo don Milani al Centro Sociale? Ma questo è uno spazio privilegiato, un luogo dove si può imparare a esercitare e sviluppare una propria libera coscienza critica », afferma ancora Zappini.
Per fine ottobre è previsto inoltre un Convegno sul tema delle politiche sociali e della sicurezza a Trento. «Ci stiamo facendo aiutare dal sociologo Alessandro Dallago e dalla filosofa Judith Revel per preparare questo incontro», spiega Charlie Barnao.
Oltre al dibattito su come vengano affrontate a Trento le problematiche che ruotano attorno alle diverse marginalità, il sociologo anticipa che sono previsti dei workshop, dei gruppi di lavoro dai quali usciranno progetti concreti che possano migliorare la qualità di vita di chi ai margini ci vive. «Hanno pensato di risolvere tutto degradando il Centro sociale Bruno a semplice questione urbanistica. Li abbiamo inondati di proposte, iniziative, spazi liberi di espressione artistica e culturale. Trento è in grado di tollerare questo spazio? Se non ci riesce, che almeno sia in grado di ammetterlo », ha concluso, appassionato, Maurizio Coser.

* fonte: l'Adige del 6 settembre 2007


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