14.11.07

Sicuri da morire

In treno verso Genova, sicuramente.
Meeting-point:
Stazione FS di Trento ore 7.30
Stazzione FS di Rovereto ore 7.45

C’è un filo che corre dall’area di sevizio di Badia al Pino, vicino Arezzo, e arriva a Piazza Alimonda a Genova. E’ il filo delle Menzogne di Stato. Nella fattispecie quelle che sistematicamente coprono l’agire di poliziotti assassini. Che per "tragico errore" ammazzano a colpi di pistola cittadini inermi. Può toccare al ladruncolo, al piccolo rom, a chi non rispetta l’Alt, al rumeno, al consumatore di droghe. A un ragazzo che dorme nella sua auto.
A Carlo Giuliani.
A Aldo Bianzino in carcere a Perugia.
A Gabriele Sandri.
Un carabiniere, un poliziotto, prende lucidamente la mira, impugna l’arma a due mani, spara, hai finito di vivere. Lui non pagherà, nessuno di loro ha mai pagato. Si confezionano in tempo reale le falsificazioni, le alterazioni a una dinamica di tutta evidenza, gli inganni di questori e ministri, le complicità dei media. E’ sempre stato così. I genitori sanno dei loro figli ammazzati dalle televisioni, le stesse che raccontano che il fatto grave è un altro: oggi la rabbia dei compagni dell’ultima vittima, che si portano a casa l’accusa di terrorismo; ieri la determinazione a non farsi massacrare dei compagni di Carlo, che rispondono di aver messo Genova a ferro e fuoco.
Si parlerà a lungo del tifo violento e delle misure da prendere; si parlerà sempre meno dell’agente che aveva intuito, forse, un tentativo di rapina e non ha esitato a far fuoco. Dell’assassinio di Carlo non si vuole più parlare. Della sospensione dei diritti e della democrazia, della determinazione politica a fare di Genova G8 2001 il teatro di prove tecniche di guerra interna non occorre più parlare.
Occorre parlare di una manciata di manifestanti e caricare su loro e solo su di loro una prospettiva di giustizia che alla fine avrà il suo corso perchè la prescrizione, a differenza di ciò che riguarda agenti massacratori e torturatori, non paralizzerà l’esecuzione delle pene: da sei a sedici anni.
Devastazione e saccheggio. Terrorismo. Emergenza.
Tornare a Genova per chiedere rispetto per chi si è difeso da una violenza omicida, per chi dalla stessa violenza domani sarà costretto a difendersi. Per chiedere verità e smascherare le menzogne di ieri e di oggi. Per opporsi alla licenza di uccidere. Per pretendere garanzie di incolumità per chi manifesta.
Per Gabriele Sandri, anche.

Liberitutti

Centro Sociale Bruno

Info treni 17 novembre: csabruno@gmail.com // 3381580265

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