17.3.07

Pergine - Picchettato il negozio M.S. abbigliamento

Ribellarsi è giusto: diritti e reddito per tutte/i


Questo pomeriggio il responsabile del negozio M.S. abbigliamento di Pergine (paese che dista 10 km da Trento) dopo due ore di picchetto ha deciso di chiudere anticipatamente le porte rispetto al classico orario di chiusura. La mobilitazione, alla quale ha partecipato il CSO Bruno, accompagnata dallo sciopero delle commesse, è stata decisa per le gravi condizioni di sfruttamento che subiscono le lavoratrici e per il mancato pagamento degli stipendi. In particolare a Rossella Hoffer, una delle ragazze che ha deciso di ribellarsi alla precarietà e di richiedere maggiori tutele e diritti, come punizione le è stato imposto il trasferimento dalla sededi Pergine a quella di Bergamo.
Sabato prossimo, se la ditta M.S. non toglierà il provvedimento e se non si impegnerà a migliorare sensibilmente le condizioni lavorative, verrà promossa un’altra iniziativa di lotta contro la precarietà.

Ascolta l’intervista a Rossella









leggi il contributo di Vesna: Sulla storia di Rossella e sulla precarietà

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La storia di Rossella Hoffer è una delle tante situazioni di precariato di cui quotidianamente veniamo a conoscenza nei luoghi che attraversiamo: dai negozi dove facciamo la spesa ai nostri posti di lavoro, dalle università nelle quali studiamo allo stabile (in disuso da molti anni) ex Zuffo a Trento che abbiamo occupato per renderlo un laboratorio politico e culturale. Non ci stupisce che la vicenda di Rossella si svolga in Trentino: la ricca e felice provincia ai piedi delle Alpi, quella con il reddito medio pro-capite tra i più alti d’Italia, è sommersa da episodi simili che avvengono a danno di una fetta sempre più consistente di persone. Una moltitudine di precarie e precari, siano essi migranti o italiani non fa differenza, che subiscono la morsa del ricatto padronale che vorrebbe obbligare al silenzio chi decide di ribellarsi ed esigere maggiori diritti e/o reddito. Se alzi la voce, se ti ribelli (allo sfruttamento, al misero guadagno di 3 euro o poco più all’ora, al non vedere riconosciuto il minimo diritto lavorativo…) l’ultimatum del padrone diventa vero e proprio ricatto: se non posso licenziarti attuo le forme punitive più meschine – come quella di cambiarti sede di lavoro dalla provincia di Trento a quella di Bergamo (!) - per farti desistere e quindi tacere. Questo schifo imposto, queste condizioni di ricattabilità sempre più spregevoli, sono le stesse che il negozio M.S. di Pergine sta attuando nei confronti di Rossella. A lei, e a tutte coloro che non accettano di subire la precarietà e lo sfruttamento, a chi alza la voce va tutta la nostra solidarietà attiva. All’M.S. abbigliamento e a tutti i nuovi miserabili ricattatori ricordiamo che saremo sempre pronti a mobilitarci per difendere la dignità e i diritti di tutte le precarie e precari perché è arrivato il momento che la moltitudine esiga quello che le spetta. Comune la condizione di precarietà che stringe la vita di milioni di persone in tutta Europa, comune la possibilità di rovesciare le cose.

RIBELLARSI E’ GIUSTO!
DIRITTI E REDDITO PER TUTTE E TUTTI!

CSO Bruno - l’orso contro la precarietà

Global Project Trento

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se anche a voi Ms abbigliamento VI DEVE I SOLDI per i quali avete lavorato andate ad iscrivervi a questo gruppo.

Insieme possiamo farcela, la nostra rabbia si moltiplica contro questa ingiustizia.

http://www.facebook.com/group.php?gid=141708020642&ref=nf#/group.php?gid=141708020642