7.7.11

Replica all'articolo de l'Adige sulla Val di Susa

Pubblichiamo una lettera di precisazioni di Francesca Manzini del Cso Bruno indirizzata al quotidiano l'Adige. Per approfondimenti, analisi, racconti e ultime novità dalla Val di Susa vi consigliamo di seguire globalproject.info e i siti dei compagni valsusini [ notav.info -- notav.it ]


A seguito della pubblicazione dell'articolo inerente alla giornata del 3 luglio in Val di Susa, scrivo per fare alcune precisazioni, dal momento che la formulazione del pezzo pubblicato quasi prefigura i militanti del CSO Bruno come perdigiorno che assieme ad altri professionisti della violenza si sono recati alla manifestazione con il solo scopo di cercare lo scontro con le forze dell'ordine. 
Ciò che l'articolo non ha in alcun modo messo in luce è la larghissima partecipazione alla giornata di domenica dei valligiani ma anche di quei cittadini provenienti da tutta Italia e che animano quei comitati e quelle associazioni che ogni giorno si mobilitano sui propri territori contro le nocività e per la difesa dei beni comuni, impegnandosi anche nella campagna referendaria sulla cui vittoria in tanti partiti hanno immeritatamente messo il cappello. 
Il Centro Sociale Bruno ha quindi voluto aderire ad una battaglia, quale quella della lotta contro l'alta velocità in Val di Susa, che non possiamo non sentire come anche nostra dal momento che la posta in gioco è alta: la democrazia e la possibilità stessa di decidere del proprio futuro, senza subire passivamente decisioni imposte con arroganza dall'alto. 
In seguito al violentissimo sgombero militare con cui lo scorso 27 luglio, grazie all'impiego di 2500 agenti in assetto antisommossa e all'ampio utilizzo di gas lacrimogeni ed urticanti, è stato dato l'avvio del cantiere di Chiomonte, sono stati gli stessi comitati valligiani a lanciare pubblicamente l'appello a recarsi in valle allo scopo di circondare le recinzioni del cantiere ed esercitare forme di pressione. Ed è a questo appello che anche il Centro Sociale Bruno ha voluto rispondere. 
Quello che è successo poi è che non appena i manifestanti si sono avvicinati alle reti è arrivata puntuale la dura ed illegale reazione delle forze dell'ordine. Illegale per via dell'impiego di gas lacrimogeni al CS, classificati come arma chimica ed il cui utilizzo è vietato dalla Convenzione di Ginevra (che però ha validità sono in tempo di guerra), sparati ad altezza uomo. Come già hanno chiarito nel corso di una conferenza stampa i comitati promotori della manifestazione, anche noi rifiutiamo l'etichetta "manifestanti buoni vs manifestanti cattivi": la vera violenza non è stata perpetrata da chi a questo corteo si è recato con sciarpe imbevute di maalox o di succo di limoni oppure proteggendosi con una maschera antigas (tutte armi di difesa e non di offesa!), ma sta piuttosto nell'attacco deliberato da parte delle forze dell'ordine ai danni di un corteo straordinariamente eterogeneo, utilizzando armi che definire improprie è poco. Queste poche righe nella speranza di riuscire a rompere l'insopportabile cappa di menzogne che in queste ore stanno imponendo i media mainstream.

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