7.5.11

Comunicato sulla contestazione al segretario della CGIL

Comunicato stampa del Centro sociale Bruno, aderente assieme a studenti, lavoratori, precari allo spezzone di “Uniti per lo Sciopero”, in merito alla giornata di sciopero generalizzato e alle dichiarazioni fatte dal segretario della Cgil Burli.
[ foto e video ]

Nello sciopero generale di venerdì 6 maggio “Uniti per lo sciopero” è riuscito a dare un valore aggiunto alla giornata di mobilitazione, portando un notevole contributo numerico al corteo con uno spezzone formato perlopiù da giovani precari, studenti e ricercatori. Uomini e donne che, probabilmente, ad un classico corteo della Cgil non avrebbero mai aderito.
Fin dal mattina lo spezzone, alla quale in testa vedeva la categoria dei lavoratori del commercio della Filcams, ha dovuto subire la pressione del servizio d'ordine della CGIL che piazzatosi davanti al camion cercava di impedirne la partenza. Quando il segretario Burli con un commento giudica “4 imbecilli” le persone che lo hanno contestato, forse non si rende conto che i fischi, la musica, il dissenso stavano partendo da un'intera generazione di studenti e giovani precari stufa di sentirsi dire che qui in Trentino la crisi non è arrivata, come dal suo intervento e dalle interviste rilasciate ai giornali lasciava sottendere.
Come ci appare fuorviante l'accostare al democratico e deciso dissenso la parola violenza. Perchè se proprio dobbiamo parlare di prevaricazione e scarsa democrazia ci appare molto più grave l'aver negato agli studenti e ai comitati per l'acqua bene comune la possibilità di parlare dal palco. La segreteria della CGIL aveva forse paura che gli studenti potessero criticare la riforma provinciale della scuola e la provincializzazione dell'ateneo trentino, processi di smantellamento dell'istruzione pubblica quasi peggiori della Gelmini, avallati dallo stesso Burli? Il segretario provinciale aveva il timore che un giovane precario dicesse che il Trentino non è la Germania e di essere impastato, tra co.co.pro e affitti alle stelle, nello stesso calderone italiano?
O forse erano timorosi che venisse ricordato che in Trentino esiste una S.P.A., dal nome Dolomiti Reti, prossima ad essere quotata in borsa, che possiede la gestione dell'acqua di mezzo Trentino?
A differenza del resto d'Italia, rimane il fatto, molto grave, che il palco è rimasto off limits per coloro che questa crisi la subiscono ogni giorno sulla loro pelle e si mobilitano per un Trentino migliore.
Terminiamo con l'episodio del lancio di uova e la semplice accensione di fumogeni. Ci sembra normale che chi si assume la responsabilità di negare la parola e decide arbitrariamente di epurare sindacalisti non piegati ai padroni, come quelli della Filt, possa ricevere contestazione anche dagli stessi iscritti al sindacato. Un uovo, passateci la battuta, non manda in ospedale nessuno, al massimo manda in lavanderia una giacca firmata.
Nella giornata del 6 maggio abbiamo visto in piazza una generazione che è ancora disposta a lottare per il proprio futuro, che sa ancora sognare, che immagina e vuole costruire un mondo diverso. Una generazione precaria che venerdì non si è accontentata di una semplice sfilata, ma ha poi voluto rafforzare, nel pomeriggio, con picchetti e azioni le ragioni di uno sciopero che dall'autunno scorso, per mesi e mesi, ha invocato pubblicamente.

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