20.3.10

Sabato 20 marzo Bruno open live: Sabot + Arrington de Dionyso

SABOT (Usa/Repubblica Ceca)

www.myspace.com/sabotband


ARRINGTON DE DIONYSO (Usa)

www.myspace.com/arringtondedionyso


+ JOHNNY MOX Dj set

www.myspace.com/bringmetheheadofjohnnymox

Apertura ore 20.30
Inizio concerti 22.00
Entry 4 euro - prima delle 21.30 la metà


SABOT

I Sabot (Christopher Rankin basso, Hilary Binder batteria) sono una delle realtà più durature e costanti nel panorama della musica indipendente internazionale. In quasi 20 anni di attività live hanno coperto gran parte dell'Emisfero Nord,spingendosi fino in estremo Oriente ed Oceania, facendosi portavoce di un messaggio globale di autoproduzione ed autodeterminazione della cultura, nei contenuti come nei mezzi di promozione della stessa.
Nati nella scena punk della S.Francisco Bay Area di fine anni 80, i Sabot si sono subito proposti come duo basso/batteria da combattimento, mescolando il punk e l'hardcore con le influenze, provenienti dalla formazione musicale di stampo classico, di generi più articolati quali Jazz e musica contemporanea. La sinergia dei due strumenti mostra tutta la sua potenza scenica nei fluidi cambi di tempo, timbri e dinamiche, pur mantenendo nella varietà espressiva un fattore comune che li rende riconoscibili già all'attacco del primo pezzo.


ARRINGTON DE DIONYSO
Arrington De Dionyso è nato a Washington nel 1975, e si trasferisce ad Olympia nel 1992 per studiare etnomusicologia, musicoterapia e danza Butoh all’Evergreen State College, è il fondatore e curatore dell’Olympia Festival of Experimental Musics.
Nel 1995 ha fondato gli Old Time Relijun, e da allora è stato in tournée negli Stati Uniti e in Europa, registrando per l’etichetta K records; inoltre impiega una parte significativa del suo tempo sostenendo la causa dell’improvvisazione libera.
Da sempre interessato agli strumenti musicali, l’attenzione di De Dionyso negli ultimi dieci anni si è incentrata sul clarinetto basso, che suona con abilità multifonica ispirandosi al canto di gola di Tuva, e alla spiritualità di Albert Ayler e Don Van Vliet (Captain Beefheart).Esplorando i limiti tra musicalità e pura energia, tra estasi religiosa e alienazione, De Dionyso riempie gli spazi in cui si esibisce con suoni profondamente risonanti.
Arrington non è artista dalla semplice catalogazione: assoluto, completo, ingenuo e astruso, intriso di religione e morbo (la costante visione allegorico-biblica del mondo, l’urgenza spirituale che ha in sé come una convinzione missionaria) mostrano un’impellenza etica che lo stacca dalle convenzioni e lo collocano nella nicchia (oggi abbastanza sgombra) dell’artista profeta, egoico e politico, contraddizione vivente di lungimiranza e naivité: una forza della natura. Probabilmente in esigenza di espressione individuale, Arrington si è ritagliato uno spazio dagli Old Time Relijun ed ha intrapreso un cammino di ricerca ed espressione che lo sta portando iniziaticamente a fare i conti con se stesso, la propria visione del mondo, la propria concezione musicale, il proprio valore come artista: chitarrista, improvvisatore alle ance, cantante, poeta, disegnatore.Con l’ultimo album solista Malaikat Dan Singa (K Records, 2009) Arrington torna alle origini, a quel lo-fi beefheartiano che tanto ha influenzato le prime uscite degli Old Time Relijun, ma lo fa alla sua maniera: con testi cantati completamente in indonesiano. Anche se nella musica non c’è niente che ricordi il subcontinente asiatico, visto che l’album è attraversato da una serie di tracce che pestano ritmi, chitarre, claroni ed echoplex: movimenti obliqui alla Beefheart, free jazz, rhythm’n'blues e funk psichedelico; Arrington suona tutto quanto da solo e riesce ad essere efficace come raramente è stato.
De Dionyso inoltre ha ricevuto un’attenzione sempre crescente anche per la sua arte visiva, che ha molti temi in comune con la sua musica.Tutto è essenza, nella produzione di Arrington, tutto è coraggioso e inequivocabile: una forza non comune, nel mondo artistico contemporaneo.

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